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San Miniato, viaggio attraverso il museo della memoria

Il MuMe-Museo della Memoria di San Miniato nasce dall’esigenza di realizzare uno spazio dedicato alla conservazione dell’insieme di valori e testimonianze della storia più recente della comunità, con particolare riferimento agli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale, ai valori dell’Antifascismo e della Resistenza. In questo spazio viene mantenuta viva la testimonianza delle persone che hanno vissuto gli orrori della guerra, costruendo un itinerario, visuale e documentale, attraverso gli episodi che hanno interessato direttamente la Città di San Miniato. Il Museo apre i battenti martedì 24 luglio, con una cerimonia di inaugurazione (dalle ore 18.30), alla presenza di numerose autorità, associazioni nazionali e locali.

Per quanto riguarda il percorso espositivo tutto è iniziato con un’intensa attività di ricognizione del materiale messo a disposizione dalla cittadinanza, insieme alla raccolta dei materiali messi e alle preziose collaborazioni con cultori di storia locale e associazioni. La raccolta museale è articolata in tre sezioni dal 1921, anno in cui anche a San Miniato furono istituiti i Fasci di combattimento, al 1946, quando si proclama la nascita della Repubblica, in cui sono esposti oggetti appartenuti a cittadini sanminiatesi, oltre a cinque postazioni multimediali, realizzate in collaborazione con la Scuola Normale Superiore, a disposizione dei visitatori che vorranno approfondire i contenuti. La multimedialità è uno degli elementi fondanti di un percorso espositivo perché pone l’accento sull’aspetto emozionale che il tema della guerra suscita nel visitatore: l’angoscia, la paura, la commozione, la voglia di ripartire per costruire una società migliore.
A realizzare l’allestimento è stata la ditta Space spa, insieme alla dottoressa Barbara Pasqualetti, curatrice del progetto: “Il Museo è stato realizzato in collaborazione con la Scuola Normale Superiore che ha avuto il compito, tramite il Laboratorio Dreams Lab di curare lo sviluppo delle applicazioni multimediali a carattere divulgativo, offrendo una fedele ricostruzione storica degli eventi più significativi di San Miniato nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, mentre il Comune, in stretta collaborazione, ha messo a disposizione dell’Ateneo dati tecnici e scientifici di cui dispone – spiega -. Al suo interno sono raccolte gran parte dalle memorie dei cittadini che, attraverso oggetti, lettere, fotografie e video-memorie, hanno voluto raccontare la loro storia. Dalle loro testimonianze ha preso forma un percorso espositivo che invita il visitatore a compiere una riflessione sul passato recente della comunità sanminiatese e, più in generale, sul difficile percorso che ha portato l’Italia alla conquista della democrazia. La raccolta museale è articolata in tre sezioni e abbraccia un periodo compreso tra il 1921, anno in cui anche a San Miniato furono istituiti i Fasci di combattimento, e il 1946 quando, con le prime elezioni democratiche a suffragio universale, si proclama la nascita della Repubblica – e conclude -. L’obiettivo di un Museo che, oltre agli oggetti, vanta una struttura di supporto multimediale di ultima generazione, è quello di promuovere la salvaguardia della memoria storica e favorire una attiva e consapevole cultura della pace e della convivenza civile”.

Il filo conduttore che è stato seguito nell’allestimento riguarda il tema della lacerazione (fisica, sociale e psicologica) che si ritrova sia in alcune suddivisioni dello spazio, sia nella realizzazione del logo, come spiega l’architetto Serena Chiarugi, che ha seguito i lavori all’interno del complesso di San Domenico. “Il logo disegnato per il Museo riprende l’andamento irregolare e spezzato dell’allestimento, in cui le linee, opportunamente plasmate, si fondono a formare la scritta “MUME”, Museo della Memoria – spiega -. Una ‘Memoria’ trafitta da tagli trasversali che, come lame, lasciano ferite profonde e cicatrici indelebili nella storia di tutta la comunità saminiatese”.

I materiali

Il percorso espositivo del Museo è costituito, oltre che da una selezione degli oggetti messi a disposizione dai cittadini e dalla documentazione dell’Archivio storico comunale, da una straordinaria raccolta di preziose immagini fotografiche e video testimonianze di grande impatto emotivo.

Raccolta fotografica di Cesare Barzacchi

Cesare Barzacchi, fotografo pisano sfollato con la famiglia a San Miniato nel 1944, ha lasciato una raccolta di circa 60 immagini che costituiscono una documentazione preziosa per la ricostruzione storica. Il fotografo si trovava all’interno della cattedrale il giorno dell’eccidio e riuscì a salvarsi rifugiandosi nel convento di San Francesco. A liberazione avvenuta uscì dal rifugio e realizzò un reportage fotografico documentando la distruzione di San Miniato, con le macerie ancora per strada, ma soprattutto l’interno del duomo a pochi giorni dalla strage.

Archivio fotografico della famiglia Gallerini

L’Archivio fotografico della famiglia Gallerini conserva una straordinaria raccolta di fotografie d’epoca di San Miniato, realizzate dal fotografo Francesco Gallerini a partire dal 1946 ma anche da fotografi attivi a San Miniato fin dagli anni Venti.

Video testimonianze

All’interno di due delle postazioni multimediali del museo i visitatori potranno approfondire la conoscenza della storia locale attraverso una ricca raccolta di video testimonianze, suddivise per temi ed argomenti, come l’antifascismo, le storie di soldati e di partigiani, l’eccidio del Duomo.

Lo spazio

I locali adibiti al MuMe-Museo della Memoria di San Miniato, sono stati costruiti nella prima metà del XVI secolo e fanno parte del più ampio Complesso monumentale di San Domenico. Ai primi anni del XVI secolo risale la costruzione del Refettorio, adesso sede del Museo. L’affresco visibile all’ingresso, scoperto sotto lo scialbo nel 1910, risale al 1523 ed è attribuito a Fra Tommaso da Cortona che all’epoca viveva nel Convento, rappresenta il “Cristo e la Samaritana al pozzo”. Negli anni ’20 del Novecento fu ceduto alla Milizia Giovanile Avanguardista, organo di giovani volontari appartenenti al Partito Nazionale Fascista (GIL).

Il percorso espositivo

Le lavorazioni e l’allestimento sono state realizzate con il duplice obiettivo: restituire dignità all’aula dell’antico refettorio dei Domenicani e in generale all’architettura storica, al suo apparato pittorico e al suo dialogo con il paesaggio e utilizzare sistemi espositivi e espedienti tecnici idonei a garantire sia la funzionalità museale sia il valore dell’edificio. Le caratteristiche dell’edificio sono quindi state rispettate, pensando un allestimento che valorizza le sue caratteristiche complessive.
Seguendo alcuni documenti che testimoniavano e descrivevano la presenza nell’ex refettorio del Convento, seppur sotto lo scialbo, di cinque affreschi realizzati dal celebre pittore sanminiatese Dilvo Lotti nel 1934, si è deciso di riportare alla luce le opere – che raffigurano scene di vita del periodo fascista – realizzate nell’ex refettorio dei domenicani dove, all’epoca, si trovava appunto la Casa della Gioventù Italiana del Littorio (GIL). Su di esse sono stati condotti alcuni saggi per verificare l’apparato pittorico interno alla struttura e, in seguito, si è deciso di riportarli alla luce. Si tratta di opere giovanili del Lotti, il primo lavoro su committenza, del quale lui stesso non parlava mai. Alla fine del periodo fascista gli affreschi furono ricoperti perché raffiguravano scene di vita e momenti di un periodo che si stava concludendo: oggi sono stati riportati alla luce e costituiscono un documento eccezionale all’interno del MuMe.

Il sistema espositivo, partendo dal tema del museo e dalle peculiarità architettoniche, ha tratto ispirazione dalle suggestioni del film “La Notte di San Lorenzo” di Paolo e Vittorio Taviani (1982), che tratta del passaggio della guerra a San Miniato nell’estate del 1944, prendendo come elementi di ispirazione la lacerazione, la privazione, l’ascolto continuo umano e del paesaggio in quei momenti di intensa sofferenza. L’allestimento quindi si “lacera” con linee spezzate presenti lungo tutta la struttura e mette a dura prova l’attenzione del visitatore, indotto ad “origliare” effetti sonori o a traguardare il paesaggio incantevole di San Miniato, solamente attraverso “limitate” fessure o fori di proiettile che diventano stelle di una “Notte di San Lorenzo”. Al centro dello spazio museale il cubo irradia luce e diventa cuore del museo. Sulla pareti esterne la frase di Don Luciano Marrucci accompagna il visitatore all’interno dove sono raccolte le memorie dell’eccidio e degli scontri feroci sul territorio di San Miniato in quei giorni di guerra.

Strage del Duomo – 22 luglio 1944

Nella sezione a forma di cubo in cui si ripercorrono i tragici avvenimenti del 22 luglio 1944 in cui 55 persone, radunate nel Duomo di San Miniato, morirono a causa di una granata che colpì la chiesa dove erano assiepati molti civili. Avvenimento che ha duramente colpito la comunità che ogni anno in questa data ricorda la Strage del Duomo. I due registi sanminiatesi Paolo e Vittorio Taviani, attorno a questa vicenda, girarono il loro nono film La notte di San Lorenzo, raccontando il dramma di quel giorno guardando alle tenerezze, alla buona volontà, agli eroismi e alla paura della gente comune. Nel Museo ci sono alcune foto di scena tratte dal film.

Numeri

Il costo complessivo per la realizzazione del Museo, comprensivo dei lavori di restauro, della funzionalizzazione degli spazi e dell’allestimento museale è 240mila euro, grazie ad un cofinanziamento della Fondazione CRSM. Le spese più consistenti hanno riguardato la realizzazione dell’allestimento (110mila euro) e il restauro architettonico, il descialbo degli affreschi di Dilvo Lotti, la realizzazione di saggi sulle pareti interne, gli infissi e le porte, la migliore funzionalità degli spazi, degli accessi e dell’uscita di sicurezza, il rifacimento del servizio igienico e il trattamento della pavimentazione in cotto (50mila euro).

“Veder diventare realtà un progetto che la mia amministrazione ha così fortemente voluto è un sogno che si realizza – commenta il sindaco di San Miniato, Vittorio Gabbanini -. Le difficoltà in questi anni sono state molte, ma oggi possiamo dire di averle superate ed essere riusciti a costruire un luogo deputato alla conservazione dell’insieme di valori e delle testimonianze della storia più recente della comunità di San Miniato. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di promuovere la salvaguardia della memoria storica e di favorire una attiva e consapevole cultura della pace e della convivenza civile, valori che, in questo momento storico, è più importante che mai preservare – e conclude -. Il 24 luglio sarà una grande giornata per San Miniato e per tutti noi, perché se siamo riusciti a realizzare questo progetto così grande lo dobbiamo alla buona volontà e alla grande collaborazione tra tutte le persone, le associazioni e gli enti”.

Per informazioni:
MuMe-Museo della Memoria
Loggiati di San Domenico n. 8, San Miniato (PI)
Tel. 0571/406293 – Mail: museodellamemoria@comune.san-miniato.pi.it
Facebook: https://www.facebook.com/MuseoMemoriaSanMiniato/

Orari di aperture: dal lunedì al sabato 10.30-12.30, martedì e giovedì 15.00-17.00

Per i mesi di agosto e settembre non è previsto un biglietto d’ingresso.