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Confcommercio Pisa, ipotesi stop all’asporto: imprese al collasso

“L’economia è al disastro e il serrato avvicendarsi di Dpcm rende impossibile il lavoro delle imprese”. In attesa del nuovo e imminente provvedimento del Governo, a parlare è Federica Grassini, presidente di Confcommercio Provincia di Pisa: “Non entriamo in alcun modo nelle questioni sanitarie, che non sono di nostra competenza, ma dal punto di vista economico siamo al collasso e il fallimento è totale. Ad essersi infettata è l’economia italiana.I fatturati di negozi e attività commerciali, soprattutto di beni non alimentari, sono crollati in media dal 50% all’80%. E’ lo stesso Istituto Nazionale di Statistica a parlare di una depauperazione del sistema imprenditoriale, con molte aziende che in presenza di un prolungato vuoto di domanda a cui non corrispondono sostegni adeguati, sono già uscite o usciranno dal mercato” – spiega la presidente di Confcommercio Provincia di Pisa: “Per le piccole imprese di alcuni settori come l’abbigliamento e le calzature, i danni inflitti dalla pandemia si sono trasformati in disastri aggravati dallo spostamento della domanda verso il commercio elettronico”.

“Nelle bozza presentata alla Regioni, il Governo intenderebbe addirittura vietare l’asporto per i pubblici esercizi dopo le 18, tanto per continuare l’incomprensibile persecuzione nei confronti dei bar e dei ristoranti” – commenta amaro il direttore Federico Pieragnoli: “Ci eravamo lasciati con i sacrifici di novembre per salvare il Natale e il Natale non è stato salvato. Il lockdown imposto durante le Festività non solo non ha abbassato la curva dei contagi, ma addirittura non ha consentito alle autorità sanitarie di tracciare i focolai. Nel frattempo le imprese sono strangolate, con i pubblici esercizi sottoposti a regole draconiane, nonostante siano attrezzati e preparati da mesi a garantire la sicurezza all’interno dei loro locali, mentre ai supermercati, dove quotidianamente assistiamo a scene di assembramento, è concessa una totale apertura. E intanto, il 10% di tutti i pubblici esercizi che non chiuderanno, si aspettano un totale azzeramento degli incassi nel periodo dicembre-febbraio, mentre i cosiddetti Ristori non sono stati minimamente equiparati ai fatturati prodotti nel 2019”.

“Non esiste nessuna correlazione dimostrata tra apertura dei pubblici esercizi e incremento dei contagi, ma spiegare al Governo questo semplice dato di fatto è solo fiato sprecato” – conclude Pieragnoli.