Nicola Binda (Gazzetta dello Sport): “Credo che la vicenda di Marconi non poterà a conseguenza pesanti”

Ieri sera, ancora una volta lontano dagli studi di PisainVideo, è andata in onda la ventesima puntata stagionale di “Eoraparloio“, la trasmissione condotta da Giovanni e Riccardo e interamente dedicata ai pensieri, ai commenti e alle emozioni di tifosi, appassionati e addetti ai lavori sul percorso del Pisa e sul campionato più in generale. Uno degli interventi ospitati è stato quello di Nicola Binda, una delle firme più autorevoli della Gazzetta dello Sport e del giornalismo sportivo italiano.

Binda avvia la sua analisi con il deferimento di Michele Marconi alla Procura federale: “Questi episodi fortunatamente non capitano tutti i week end. Penso rientri nel gioco delle parti lo scontro tra la tesi dei giocatori del Chievo e quella del Pisa. Mi viene da pensare che qualche parola sia volata in campo, ma credo anche che il Chievo l’abbia fatta cadere molto più dall’alto. Immagino sia stata una semplice schermaglia di campo”. Nicola Binda prosegue: “Certamente nel caso in cui il processo dovesse arrivare a una conclusione negativa per Marconi e per il Pisa, la squalifica sarà esemplare. Eravamo arrivati ormai a un punto nel quale tutti pensavano che la faccenda fosse svanita in una bolla di sapone. Invece così non è: mi auguro che la decisione finale arrivi in tempi brevi, perché il Pisa rischia il danno oltre alla beffa”.

“Il fatto che dai microfoni non si sia percepito alcunché – prosegue il giornalista della Gazzetta dello Sport – così come la quaterna arbitrale e gli ispettori di campo non abbiano refertato niente, mi lascia pensare che la conclusione non sarà avversa al Pisa. Però bisogna attendere la parola definitiva della Procura”. E poi Binda si sposta su un altro tema molto caldo nelle ultime settimane: “Il Pisa ha subito diversi torti arbitrali, così come molte altre formazioni cadette. Non penso minimamente a complotti o macchinazioni: l’evidenza dei fatti è che i direttori di gara stanno commettendo troppi errori. Ritengo che l’unione della Can A con la Can B stia producendo più danni che vantaggi: il paracadute del Var che c’è in massima serie consente ad arbitri e assistenti di vivere con più serenità, forse meno tensione, le partite. In cadetteria, dove il supporto tecnologico non c’è, conta soltanto la decisione umana: molte volte purtroppo hanno commesso sbagli evidenti”.