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Parlando di piano strutturale intercomunale crediamo sia necessaria una premessa: durante il precedente mandato, nell’ultima seduta utile della consiliatura, la precedente amministrazione ha scelto di adottare uno strumento urbanistico strategico per il territorio, compiendo un atto che seppur completamente legittimo dal punto di vista formale, avrebbe inevitabilmente segnato la gestione della pianificazione territoriale e lasciato minori margini di scelta alla successiva amministrazione. La pesantezza di questa scelta non è stata forse fino ad ora abbastanza sottolineata.
Il Piano Strutturale adottato in fretta, per mere ragioni di strategia politico-elettorale, lasciava in sospeso numerosi temi. Tanto per citarne alcuni: non c’erano scelte sullo sviluppo delle aree commerciali, la conferenza di co-pianificazione aveva fatto letteralmente saltare la maggior parte delle ipotesi avanzate in tema di mobilità e trasporti, si prevedeva uno sviluppo turistico per Cascina senza alcuna riflessione di carattere socio-economico e senza neppure prescrivere adeguati approfondimenti per i successivi POC, non si era provveduto ad allineare il Piano al nuovo Piano regionale cave per disciplinare le attività estrattive.
L’impossibilità, come piace dire a qualcuno, “di far saltare tutto” era chiara a questa amministrazione fin dal primo giorno in cui si è insediata. Abbiamo sempre parlato di necessarie modifiche e miglioramenti, sottolineando che dovevamo cogliere l’opportunità di uno strumento che non ha una scadenza breve per approfondire temi di primaria rilevanza per lo sviluppo del territorio e una migliore vivibilità. Abbiamo studiato le carte e gli atti, accorgendoci anche di grossolani errori formali, dai quali si poteva chiaramente capire il ruolo marginale che la precedente amministrazione aveva riservato a se stessa: abbiamo dovuto integrare la convenzione tra i due Comuni istituendo la conferenza dei sindaci mancante. Un atto anche questo, che andava ovviamente nella direzione di correggere, modificare, integrare le mancanze, ma non di far saltare tutto.
Le risorse che tanto scalpore hanno creato, previste nella variazione di bilancio, vanno esattamente in questa direzione. Dei complessivi 100mila euro stanziati, oltre la metà sono da destinare a studi ed approfondimenti integrativi per il Piano Strutturale, un atto completamente in linea con quello che abbiamo sempre detto. Rispetto alle risorse previste per il POC, che costituiscono una parte residuale della variazione complessiva, la previsione fa riferimento ad attività che sono propedeutiche all’avvio del procedimento, che in alcuni casi risultano integrative di quelle assenti o parziali condotte per il Piano Strutturale, e che sono, ovviamente, compatibili con lo stato attuale di lavorazione e di definizione del PSI.
Un’ultima nota sul Superbonus, come più volte riportato dall’amministrazione anche in Consiglio Comunale, gli uffici dell’edilizia privata, già da anni in sofferenza numerica a causa dei pensionamenti e dei trasferimenti che si sono susseguiti, hanno dovuto gestire un enorme aumento delle pratiche: basti pensare che solo le richieste di accesso agli atti ricevute dall’ufficio edilizia sono aumentate, rispetto agli anni precedenti, di circa il 100 % (da una media di 2500 accessi ad una previsione a fine anno di quasi 6000). Un deciso aumento si è registrato, proprio in connessione al Superbonus, anche per le pratiche edilizie di sanatoria. La riorganizzazione della struttura ci ha permesso nell’ultimo periodo di andare nella direzione di riallineare il servizio alle esigenze della cittadinanza, l’arrivo a breve di nuovo personale amministrativo, e a medio termine di tecnici, sarà sicuramente di ulteriore supporto. Dobbiamo inoltre recuperare un gap tecnologico e informatico cui nessuno aveva fino ad ora prestato la dovuta attenzione.
Irene Masoni
Assessore all’urbanistica