Matteo Trapani, Pisa, città universitaria: un patrimonio da riconoscere e valorizzare

Pisa è, a pieno titolo, uno dei principali centri universitari in Italia e nel mondo. Lo confermano le classifiche internazionali e nazionali, che vedono regolarmente le tre istituzioni accademiche cittadine – Università di Pisa, Scuola Normale Superiore e Scuola Superiore Sant’Anna – ai vertici per qualità della didattica, risultati scientifici e capacità di attrazione. Accanto a queste istituzioni, la città ospita il più grande polo del CNR in Italia, l’INFN, Stella Maris, la Fondazione Monasterio, poli dell’Istituto Italiano di Tecnologia e numerose realtà imprenditoriali nate dalla ricerca. Un patrimonio che, se messo a sistema, può fare di Pisa un marchio globale di eccellenza.

Questo primato non può essere considerato scontato. Perché Pisa continui a essere un polo di eccellenza serve il rafforzamento di uno status di città universitaria, che consenta di accedere non solo a finanziamenti dedicati, ma anche a progetti di sviluppo su scala urbana e territoriale. È un passaggio cruciale che richiede una forte regia istituzionale: il Comune deve farsi promotore di un dialogo strutturato e permanente tra le tre istituzioni, facilitando la collaborazione e mettendo a disposizione strumenti adeguati di pianificazione.

Accanto alla ricerca e alla didattica, Pisa ha bisogno di spazi e hub di progettazione urbana, luoghi in cui mettere a sistema le innovazioni prodotte nei laboratori e nei centri di ricerca, e tradurle in applicazioni concrete al servizio della città. Un coordinamento delle varie iniziative non solo renderebbe più efficiente la ricaduta scientifica sul territorio, ma rafforzerebbe il legame fra università e comunità locale. Del resto, a Pisa quasi tutti hanno a che fare con l’università: studenti, docenti, personale, famiglie, ma anche cittadini che, direttamente o tramite persone vicine, vivono l’impatto quotidiano della presenza accademica.

La sfida riguarda anche il tessuto economico e produttivo. Pisa ospita realtà nate in ambito universitario che oggi sono aziende consolidate, capaci di competere a livello internazionale. È fondamentale che queste imprese restino sul territorio: servono politiche fiscali ed economiche mirate, infrastrutture moderne e un ambiente favorevole agli investimenti. La città universitaria non è solo luogo di studio, ma anche motore di sviluppo.

Un altro nodo è il caro affitti, che vede Pisa tra le dieci città italiane più costose per gli studenti. Una condizione che rischia di compromettere il diritto allo studio e di allontanare giovani e famiglie. Per questo abbiamo chiesto più volte che il Comune convochi un tavolo ad hoc sulla residenza universitaria, coinvolgendo università, associazioni studentesche, sindacati, rappresentanze dei proprietari immobiliari e altri soggetti interessati. L’obiettivo è arrivare a un protocollo condiviso che garantisca case idonee e affitti sostenibili, a fronte di garanzie per i proprietari ed eventuali incentivi fiscali.

Pisa ha tutte le carte in regola per continuare a essere un centro di eccellenza mondiale e diventare un centro riconoscibile nel mondo come lo sono Oxford o Cambridge come lo stesso Rettore ha sostenuto correttamente più volte. Ma il futuro si costruisce oggi, con una visione chiara, con investimenti da parte del governo e politiche che azzerino il precariato nel quale molti rimangono ostaggio, con spazi di sperimentazione e con politiche concrete capaci di sostenere la vocazione universitaria della città, di rafforzarne l’identità e di renderla un luogo sempre più attrattivo per chi studia, fa ricerca, vive e investe.