Vittime delle Foibe, giorno del ricordo: storici e studenti si misurano con la complessità della storia

La Toscana ricorda le vittime delle foibe, l’esodo degli italiani
dall’Istria, dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia ma soprattutto la storia
complessa di un confine difficile senza la cui conoscenza non è possibile
comprendere tutto quello che poi è successo. E’ quello che accadrà
mercoledì 10 febbraio con la diretta streaming che potrà essere seguita,
dalle 9.30 alle 11, all’indirizzo
http://www.regione.toscana.it/diretta-streaming
. Numerose scuole si collegheranno. Interverranno il presidente
dell’Istituto storico della Regione Toscana Giuseppe Matulli, il presidente
dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea
Luca Verzichelli, Luciana Rocchi sempre dell’Isgrec, Luca Bravi per
l’Università di Firenze e il console italiano a Fiume Davide Bradanini.
Concluderà l’assessora regionale alla cultura della memoria Alessandra
Nardini (qui il programma
<https://www.regione.toscana.it/documents/10180/23969054/Giorno+Ricordo+2021+-+iniziativa+regionale.pdf/11994546-0e6b-95b5-a011-d8bdf11aec93?t=1612430686793>
).

Di qua e di là da quel confine ciascuno visse nel Novecento, in anni
diversi, il suo dramma e patì la sua violenza. Chi aveva ragione?
“Ognuno pensava di averla” rispondeva uno studente l’anno scorso, nel
2020, al termine della seconda edizione del viaggio con le scuole
<https://www.toscana-notizie.it/-/viaggio-sul-confine-difficile-gli-studenti-a-fiume-con-gli-italiani-della-citt%C3%A0>
, venticinque istituti e cinquanta ragazze e ragazzi, organizzato dalla
Regione. “Troppi interessi da parte delle nazioni – raccontavano gli
studenti – Non fu un bel periodo per nessuno”.

Storie diverse, prospettive che si incrociano. E da quel viaggio di un anno
fa, raccontato attraverso una mostra virtuale web
(https://viaggiosulconfine.weebly.com/
) imposta dai tempi, riparte la Regione Toscana per celebrare il “Giorno
del ricordo”, mettendo insieme conoscenza ed emotività, le orecchie
rivolte come sempre ad un mosaico di voci: col vedere e l’ascoltare tutti
per capire, che sono poi gli stessi ingredienti delle iniziative sulla
memoria della Shoah e della deportazione nei campi di sterminio nazisti.

Per gli storici un parallelo tra foibe e Shoah è impossibile, perchè
“non fu pulizia etnica né genocidio” come spiegava nel 2020 Franco
Ceccotti. Ma le violenze ci furono e i crimini anche, sono nei fatti. E
quelle violenze vanno conosciute per provare a capire. Così, se un confine
è una linea che sempre separa, la Toscana con le iniziative organizzate
ogni anno ha voluto provare ad attraversarla quella linea, ricomporre le
storie di qua e di là (anche quelle scomode) e confrontarsi, appoggiandosi
alla ricerca storica e alla memoria.

E’ quello che accadrà di nuovo il 10 febbraio 2021, sullo sfondo del
viaggio dell’anno scorso e in attesa del prossimo: cinque giorni allora
lungo il confine orientale italiano per riannodare le fila della storia e
della memoria tra contrapposte paure, dal sacrario di Redipuglia dove sono
sepolti i caduti della Prima guerra mondiale a Trieste e a Gonars, da
Basovizza a Fiume, ascoltando storici e archivisti, incontrando esuli e
figli di esuli e gli italiani che hanno continuato a vivere in Croazia e
Slovenia. Un viaggio per misurarsi con la complessità della storia, tra i
racconti degli italiani, etichettati ingiustamente tutti allora come
fascisti, costretti all’esilio dall’Istria e dalla Dalmazia, di chi rimase
e di chi dall’Italia nel nuovo stato comunista di Tito volle andare. Un
viaggio in cui si rievocano le storie anche di sloveni e croati
‘italianizzati’ a forza, di internati in campi di prigionia con le terre
che coltivavano messe all’asta, e in cui si materializzano le storie
dell’occupazione nazista dopo il 1943 e del campo di concentramento e
sterminio della Risiera di San Sabba a Trieste, le storie di
collaborazionisti italiani, sloveni e croati o dei tedeschi salutati
all’inizio come liberatori a Pisino ma poi autori in tutta l’Istria di
stragi in cui morirono in duemilacinquecento, italiani, sloveni e croati di
nuovo.

In questo contesto di violenze legate alla guerra e ai suoi strascichi si
inserisce l’orrore delle foibe: quasi cinquecento persone scomparse nel
1943 (e 217 corpi ritrovati), tra le quattro e le cinquemila svanite nel
nulla tra maggio e giugno del 1945 subito dopo la Liberazione (482 cadaveri
in 48 foibe diverse rintracciati sul Carso. altri 411 negli scantinati di
Trieste). Morirono tanti italiani ma anche sloveni e croati: uccisi perché
ritenuti collusi con l’amministrazione fascista, uccisi perché
anti-comunisti, oppure solo poveri diavoli e pedine scomode nel progetto di
Tito di uno stato jugoslavo con Trieste e l’Istria all’interno.

“Diffidate di tutto e di tutti, anche delle vostre prime sensazioni”
raccomandava da buon giornalista, custode di un racconto che prima di tutto
deve essere onesto, Pierluigi Sabatti, presidente del Circolo della Stampa
di Trieste, durante l’incontro nel 2020 con le studentesse e gli studenti
toscani. “Confrontate le fonti – diceva – e approfondite”. Un consiglio
che non riguarda solo la storia e il passato.

Per approfondire

 Il viaggio nel 2020 sul ‘confine difficile’ con gli studenti toscani
raccontato da Toscana Notizie
<https://www.toscana-notizie.it/-/viaggio-sul-confine-difficile-gli-studenti-a-fiume-con-gli-italiani-della-citt%C3%A0>

 La conoscenza scaccia la paura, un documentario prodotto da Igrec e
Regione Toscana
<http://%20https//viaggiosulconfine.weebly.com/il-documentario.html>