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San Rossore, Rimboschimento della bufalina

«L’ecosistema delle dune è uno degli elementi caratterizzanti del nostro Parco, un patrimonio da proteggere e da curare, anche con interventi attivi» così il presidente dell’Ente Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli Giovanni Maffei Cardellini presenta i lavori di rimboschimento dell’area della Bufalina, vicino alla foce dell’omonimo canale. Un investimento di 100mila euro più iva per la rinaturalizzazione dell’area di proprietà del Comune di Vecchiano che ha promosso l’intervento progettato dal Parco. Nell’area, quasi 12 ettari, si trovavano pini marittimi piantati negli anni ’80 che negli ultimi anni si sono seccati, colpiti prima da un incendio e poi dal Matsucoccus, la cocciniglia che ha purtroppo attaccato tante pinete italiane.

Per recuperare l’habitat tipico delle dune saranno rimossi i pini secchi e saranno piantati, tra i lecci, le sclerofille e i pini d’aleppo, oltre 1100 ginepri: «il ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus) è un arbusto tipico dell’ambiente costiero della nostra zona, anche la densità scelta, 100 per ettaro, ricalca quella presente nelle dune a nord e a sud dell’area» spiega Francesca Logli responsabile del servizio gestione risorse naturali e forestali dell’Ente. I lavori partiranno a fine settembre, una volta terminate le procedure di gara che vedono attualmente l’aggiudicazione in via provvisoria alla ditta forestale coop. agrituristica Lungomonte Pisano di Calci. L’intervento sarà effettuato con particolare attenzione al sistema dunale, utilizzando solo mezzi adatti ai luoghi e nei 5 anni successivi alla piantagione saranno eseguiti monitoraggi e manutenzione costante, compresa l’irrigazione e l’eventuale sostituzione dei ginepri in caso di necessità. Dopo la Bufalina, anche la Macchia Lucchese di Viareggio sarà interessata dal rimboschimento con lecci, pini d’aleppo, frassini e ontani: il progetto dettagliato è in fase di elaborazione alla luce dei risultati del progetto pilota eseguito su un ettaro di superficie a Torre del Lago. L’intervento è stato finanziato dall’Unione europea, all’interno del Piano di Sviluppo Rurale, attingendo a risorse attivate dalla Regione Toscana proprio per recuperare le pinete attaccate dal Matsucoccus.