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Si è svolta oggi la giornata dedicata alle cure dentarie dei bambini autistici

Pisa – cure dentarie – bambini autistici, un tri-nomio che funziona da ormai tre anni e che rappresenta un unicum a livello nazionale. Grazie a un progetto pionieristico, infatti, in Aoup si riesce a curare il cavo orale (igiene, sigillatura molari, carie) dei bambini affetti da autismo senza dover ricorrere alla sedazione o all’anestesia generale. Il tutto come se fosse un gioco. Utilizzando una App (“My Dentist”), creata appositamente dopo un lavoro di tesi in Odontoiatria e protesi dentaria e in Informatica umanistica, è stato ideato, con l’ausilio di supporti multimediali e di professionalità trasversali, un percorso di familiarizzazione graduale con gli ambulatori odontoiatrici – che solitamente spaventano tutti i bambini – fino ad arrivare alle cure vere e proprie. Senza ricorrere, come detto, alla sedazione cosciente o all’anestesia generale.

Un risultato straordinario, ottenuto inizialmente su un campione selezionato di bambini dai 6 ai 13 anni e che, dal 2016, è andato avanti anche con pubblicazioni scientifiche tanto che se ne è parlato diffusamente nel convegno ““Il mio sorriso non è (in)differente”, che si è svolto oggi al Polo Piagge di Pisa. Autismo, prevenzione e tecnologia: questi i temi centrali dell’evento, che illustrerà i risultati degli ultimi due anni del progetto, al quale hanno collaborato Unipi, Aoup e Cnr.

Un risultato reso possibile grazie al supporto del Dipartimento di Informatica, con la dottoressa Mariasole Bondioli e la professoressa Susanna Pelagatti, anche presidente dell’associazione “Autismo Pisa e Valdera” e dell’Istituto di Informatica e Telematica del Cnr di Pisa. Il progetto, portato avanti in Aoup dalla dottoressa Francesca Pardossi, si è sviluppato sotto la direzione della professoressa Maria Rita Giuca (Unità operativa di Odontostomatologia e chirurgia del cavo orale, diretta dal professor Mario Gabriele), che si occupa da anni di Odontoiatria pediatrica negli ambulatori dell’Ospedale Santa Chiara.

Il gruppo di lavoro si è avvalso della visione in successione su supporti multimediali di CAA (disegni utilizzati per la comunicazione), fotografie e filmati di ambienti domestici, figure familiari e dell’ambiente odontoiatrico (videomodeling). I bambini sono stati così abituati ai rumori, alla ritualità dei gesti dei familiari e del personale dell’ambulatorio, ai colori e hanno cominciato a collaborare, sedendosi sulla poltrona e facendosi visitare sotto la lampada odontoiatrica, con tutti gli attrezzi del mestiere. Con la necessaria gradualità si sono poi sottoposti a sedute di igiene orale professionale, alla sigillatura dei molari e anche alla cura delle carie semplici. Un successo senza precedenti se si pensa che, spesso, i bambini affetti da disturbi dello spettro autistico arrivano in età adolescenziale con una dentatura compromessa, dove l’unica soluzione terapeutica è l’estrazione dei denti cariati, che può essere eseguita solo in anestesia generale. In questo modo, invece, si riesce a fare prevenzione anche in un settore, come quello odontoiatrico, che ha sempre rappresentato una grave difficoltà per le famiglie con queste problematiche. Il progetto è uno dei pochi, a livello internazionale, che integri la tecnologia con la neuropsichiatria e l’odontoiatria per questa tipologia di bambini. L’autismo, infatti, è soprattutto un modo di essere e bisogna saper entrare in quel mondo per migliorare la qualità della vita di chi ne è affetto e dei suoi familiari. Questa applicazione sperimentata a Pisa è riuscita nello scopo.