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Coldiretti Pisa: al via l’iniziativa Io stappo da casa”

Si chiama “Io stappo da casa” ed è l’iniziativa di Coldiretti Pisa e Coldiretti Livorno a sostegno delle aziende vitivinicole del territorio. È rivolta ai consumatori della zona, ai quali offre la possibilità di ordinare con una mail all’indirizzo iostappodacasa@libero.it i vini delle aziende locali e riceverli a domicilio. Una risposta a km zero per rilanciare le aziende locali, ferme con la chiusura di bar, ristoranti e hotel; in attesa che i parziali rallentamenti della “Fase 2” abbiano conseguenze concrete sulla ripresa del mercato. La campagna acquisti comincia oggi, termina il 31 maggio ed è dedicata ai clienti delle province di Pisa e Livorno. Da chi semplicemente accompagna il pasto con un bicchiere a chi ne fa una ricerca e una passione, per tutti l’occasione è unica per conoscere meglio i vini del proprio territorio e chi li produce, senza timori per l’alcool test!

Nel listino, una selezione di 2 etichette – un bianco e un rosso – per ciascuna delle sei aziende che, ad oggi, hanno aderito all’iniziativa, per un totale di 12 etichette. Solo per questa iniziativa, per dare un messaggio di ripartenza, i produttori hanno scelto di vendere i due vini scelti al prezzo all’ingrosso. Le aziende aderenti, espressione dell’eccellenza locale, sono:

– Michele Satta, Castagneto Carducci (LI)
– Sator, Pomaia (PI)
– Tuttisanti, Piombino (LI)
– Azienda agricola Allori Lacona, Isola d’Elba (LI)
– Fonti Intarlate, Bibbona (LI)
– Podere Spazzavento, Ponsacco (PI)

La scelta di “stappare da casa” è pensata anche per incoraggiare le famiglie italiane a continuare gli sforzi fatti fino ad oggi, cercando di minimizzare gli spostamenti con la consegna a domicilio. Per le aziende si tratta di affermarsi come produttori del territorio e per il territorio: ciascuna di loro infatti si è presentata ai clienti con delle “pillole video” in cui accompagnano i clienti nei propri spazi. Dal promontorio di Piombino alle colline di Pomaia, nei locali per l’imbottigliamento, nelle vigne o nelle cantine, sono assaggi di realtà vicine che torneremo a visitare fisicamente, spaccati della produzione vinicola locale che se non possiamo toccare con mano, possiamo sicuramente sostenere gustandone i prodotti.

Il futuro è pieno di preoccupazioni e il consumo al dettaglio non può essere l’unica soluzione, le aziende lo sanno ma non smettono di credere nel territorio, anche perché ad oggi è davvero ciò che resta: in Italia quasi 4 cantine italiane su 10 (39%) secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, registrano un deciso calo del fatturato e un allarme liquidità. Il forte calo delle esportazioni è arrivato come una ghigliottina su una fase in crescita: le spedizioni di vino fuori dal confine nazionale infatti hanno raggiunto nel 2019 i 6,4 miliardi di euro, il massimo di sempre, pari al 58% del fatturato totale. A rischio è il futuro del vino italiano dal quale nascono opportunità di occupazione per 1,3 milioni di persone e un giro d’affari di 11 miliardi.

A livello nazionale la Coldiretti è impegnata nella campagna #iobevoitaliano per promuovere gli acquisti ma serve anche sostenere con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sul vino che – sostiene la Coldiretti – rappresenta da sempre all’estero un elemento di traino per l’intero Made in Italy, alimentare e non. Occorre trovare risorse aggiuntive comunitarie e nazionali per finanziare ogni utile strumento per la riduzione delle giacenze e per il contenimento della produzione di vino proveniente dalla prossima vendemmia. La Coldiretti ha presentato al Governo il piano salva vigneti con il quale, attraverso la distillazione volontaria, si prevede di togliere dal mercato almeno 3 milioni di ettolitri di vini generici da trasformare in alcol disinfettante per usi sanitari. La misura avrebbe inoltre l’importante effetto di favorire l’acquisto di alcol italiano che sugli scaffali è stato il prodotto che ha registrato il maggior incremento di vendite che sono praticamente triplicate secondo Iri, ma anche di ridurre le eventuali eccedenze produttive. Il piano della Coldiretti prevede anche la vendemmia verde su almeno 30.000 ettari per una riduzione di almeno altri 3 milioni di ettolitri della produzione sui vini di qualità in modo da evitare un eccesso di offerta, considerate le conseguenze della pandemia sui consumi internazionali.