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Emergenza Coronavirus, gli operatori Horeca pisani si riuniscono per lanciare il loro allarme

L’epidemia da Covid-19 ha messo in ginocchio il paese, e se l’aspetto sanitario giustamente ha avuto la maggior parte delle attenzioni, dopo quasi tre mesi le conseguenze economiche  stanno sempre più preoccupando gli italiani. Tra i settori più colpiti ovviamente c’è quello dell’Ho.re.ca. (hotel, ristoranti, Pizzerie, bar, pasticcerie e tutte le categorie affini) che ha subìto forse le conseguenze più disastrose. Ciò che preoccupa è anche la prospettiva futura, priva di certezze e con molte, troppe incognite. Ma i ristoratori non si danno per vinti ed animati da una seria e convinta forza di volontà, sono decisi a ripartire: con queste premesse e con questi intenti si sono alleati oltre trenta attività tra le più rinomate del territorio pisano e della provincia.

Il grido unito e forte è rivolto al Governo centrale, alle Autorità locali e a tutte le istituzioni coinvolte. E’ un grido di protesta, ma è anche un grido di costrutto: l’occasione che si profila all’indomani dell’epidemia che si spera oramai giunta alle fasi conclusive, è quella di una ripartenza con i proprietari ed i gestori dei locali di ristorazione che devono essere necessariamente coinvolti in ogni decisione che verrà presa, sia a livello economico, che a livello burocratico. La situazione ad oggi è infatti paradossale: pur rappresentando una delle principali risorse economiche del paese con oltre il 13% del pil Italiano, l’Ho.Re.Ca. è messa ancor più in difficoltà da decisioni politiche che la penalizzano ulteriormente.

Ne è lampante indicazione la questione relativa alle linee guida emanate dall’INAIL che risultano stilate in maniera unilaterale da tecnici che nulla hanno a che vedere e che nulla conoscono del settore. E neppure le autorità centrali e locali, dovendo recepire e tradurre in legge ciò che gli scienziati ed i tecnici hanno proposto, hanno sentito l’esigenza di chiamare anche per un solo parere chi tutti i giorni vive e lavora per il settore Horeca.

Da una lettura delle linee guida si evince purtroppo un totale distacco dalla realtà, sostanziandosi le stesse in un compendio di norme inattuabili che finiranno per gravare di insopportabili responsabilità civili, penali e amministrative il gestore del locale, già provato al limite della sofferenza dalle conseguenze della pandemia.

Ma come detto i ristoratori sono una categoria che non si piange addosso e che pertanto con questo primo atto ufficiale mettono sul tavolo proposte concrete, immediatamente attuabili e facilmente realizzabili, a livello centrale o locale:

1) Versamento dell’IVA  per l’anno 2020 sospeso, e successiva dilazione nel corso del 2021.

2) Aiuto a fondo perduto e crediti di imposta che siano su canali autonomi e distinti, dunque cumulabili.

3) Estensione della CIGD sino al 31 dicembre 2020.

4) Detassazione delle ore di straordinario sul personale dipendente.

5) Incentivi per le nuove assunzioni.

6) Reintroduzione dei voucher o di misura similare, con alleggerimento della burocrazia.

7) Iva al 4% sui prodotti del territorio, così detti km0.

8) Potenziamento del trasporto pubblico aumentando il numero delle corse delle LAM, anche e soprattutto in ore serali-notturne, in modo da favorire una pedonalizzazione del centro.

9) Esenzione, riduzione in luogo della sospensione dei tributi locali con correlato supporto del governo centrale alle autorità locali che vedono contratte le entrate.

10) Previsione di una esplicita norma penale tesa ad escludere la responsabilità in capo al datore di lavoro di contagio da COVID19.

11) Cancellazione dalla quota imposta sulle utenze energetiche.

12) Accollo da parte dello Stato degli oneri previdenziali e contributivi degli addetti  assunti per l’anno 2020.

13) Concertazione con le Autorità e le parti sociali delle misure concrete relative alle misure anti contagio.

14) Finanziamento con orizzonte temporale più lungo di quello previsto attualmente (minimo 10 anni) al fine di ammortizzare le perdite e permettere la ripartenza in tutta serenità del locale.

15) Concessione ed ampliamento a titolo gratuito del suolo pubblico.

Questi punti rappresentano solo delle idee che i ristoratori di Pisa e provincia propongono alle istituzioni, nell’auspicio che a questa categoria sinora ignorata sia data la centralità che merita.

Le attività che hanno firmato:

Antica Farmacia, La Clessidra, Farmacia de Sani, Hostaria Repubbliche Marinare, Il Campano, Il Fantasma dell’Opera, La Scaletta, Lo Squalo, Locanda sant’Agata, La Panacea, San Domenico Bistrot,, Vineria di Piazza, Benny Tirrenia, Pizzeria la Buca, Trattoria Pizzeria Rosemary, Il Crudo, Ir Tegame, Il Cavaliere Nero, Hotel Kinzica, La Terrazza, Pasticceria la Delizia, Piropo, Poldino, L’Europeo, San Ranieri Hotel, Ristorante santa Maria, Sosta dei cavalieri, Teste e Lische, Vecchia Cascina, Zenzero e Cannella, Buca di san Ranieri, LUP, Bar Caffe Capatosta, Osteria dei cavalieri, Il mio Capriccio, La cambusa del Budda, La Taverna di Emma.