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Jacopo Balestri a “Eoraparloio”: “Il calcio senza pubblico e asettico non è lo sport che tutti amano. Che senso ha continuare?”

Seppure in forma virtuale, lontani dallo studio di PisainVideo, mercoledì scorso Giovanni e Riccardo sono tornati a condurre la trasmissione “Eoraparloio“, ospitando amici ed ex nerazzurri nel loro salotto sul web per affrontare i temi più caldi legati alla ripresa del calcio. Uno degli ospiti della ventisettesima puntata stagionale è stato l’ex difensore Jacopo Balestri, che ha commentato così la possibile ripartenza dei campionati e l’emergenza provocata dall’epidemia di coronavirus.

In Serie A la ripresa è scontata. Quasi tutte le società hanno le strutture per ripartire in sicurezza. Ed è superfluo affermare che il calcio manca veramente a tutti, perché fa parte della nostra vita. Ma questa volontà così forte di tornare in campo la vedo come una forzatura: si rischia di rovinare la stagione corrente e anche la prossima, perché i campionati finiranno tardissimo, e a stretto giro di posta si dovrà tornare in campo per preparare l’annata 2020/2021“. “Onestamente auspicavo la definitiva sospensione della stagione 2019/2020 – continua Balestri – perché spingendo sulla scelta di concludere i campionati si va incontro a infortuni e problemi di gestione societaria“.

Secondo me è bene parlarci chiaro – prosegue Jacopo Balestri – le garanzie sanitarie per chi scende in campo non ci sono. Il rischio zero rispetto al pericolo di contagio non esiste. Il calcio non si può cambiare: è contatto fisico, è aggregazione, è spogliatoio. Sono pilastri di questo sport e anche nei prossimi mesi rimarranno presenti. Perciò la scelta è obbligata: o si decide di non preoccuparci troppo del rischio di contagio, oppure ci si ferma“. L’ex difensore conclude sottolineando che “nelle ultime settimane troppe figure hanno detto la loro sul calcio. E temo che questa situazione durerà anche nei prossimi mesi. Per evitare corsi, ricorsi, tribunali e questioni legali, serve una presa di posizione certa e definitiva da parte della Figc nel caso in cui, dopo essere ripartiti, i campionati si dovranno fermare di nuovo per una situazione di contagi fuori controllo“.