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Guardia di Finanza, Castelfranco di Sotto: misura cautelare e sequestro dei conti correnti nei confronti di un imprenditore cinese

L’attività delle Fiamme Gialle era iniziata con un controllo di un ingrosso di prodotti per la casa di Castelfranco di Sotto, ma i sospetti si erano quasi subito concentrati altrove. Ai militari è parso strano che i dipendenti, identificati nel corso del controllo – 2 indiani, 3 pakistani e 4 cinesi – rispondessero tutti in maniera meccanica e un po’ troppo convinta che presso quel punto vendita le condizioni di lavoro rispettavano puntualmente quelle previste dal contratto collettivo.

I finanzieri hanno allora deciso di riprovarci presso la sede del Comando, lontano da qualsiasi tipo di condizionamento.

Solo in un ambiente neutro, i lavoratori hanno deciso di chiedere aiuto, squarciando il muro di omertà, reso solido dalla paura di perdere il posto di lavoro e, conseguentemente, il preziosissimo permesso di soggiorno.

Da queste nuove dichiarazioni, gli investigatori hanno appreso che ognuno di loro aveva firmato contratti che prevedevano quattro ore di impegno giornaliere, lavorandone in realtà oltre dieci, senza aver diritto a ferie o permessi e subendo significative trattenute dallo stipendio in caso di malattia. In più, i lavoratori percepivano circa 3 € l’ora a fronte dei 9 previsti dal contratto collettivo.

La ricostruzione delle singole posizioni ha permesso ai finanzieri di calcolare in 2326 ore il totale degli straordinari non retribuiti, dato ancora più significativo se si tiene conto che l’arco temporale degli accertamenti ha avuto ad oggetto, per gran parte, il periodo di lockdown, nel corso del quale l’imprenditore aveva prontamente riqualificato la sua attività per evitare la chiusura del suo punto vendita.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Pisa, hanno riguardato non solo l’imprenditore, sul quale ora pende l’ordinanza cautelare di presentazione alla polizia giudiziaria disposta dal Giudice delle indagini preliminari del locale Tribunale, ma anche la sua società, ritenuta responsabile del reato e per la quale è stato pertanto disposto il sequestro dei conti fino a concorrenza del vantaggio ottenuto dallo stesso ente giuridico per la mancata retribuzione delle ore di straordinario.