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Le testimonianze fanno parte del progetto europeo TRIGGER del dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa, coordinato dalla professoressa Rita Biancheri
Pochi giorni fa è stato assegnato il Premio Nobel per lo sviluppo di un metodo per l’editing del genoma alla biochimica francese Emmanuelle Charpentier e alla chimica americana Jennifer A. Doudna, già vincitrici del Premio L’Oréal-Unesco “Per le donne e la scienza”. Il prestigioso riconoscimento segna un importante passo in avanti che si sta facendo in tutte le direzioni per la valorizzazione dei talenti femminili nei gruppi di ricerca e conferma l’impegno per eliminare tutti gli ostacoli che tuttora ne impediscono l’ascesa nei luoghi decisionali.
I due Premi Nobel sono state intervistate in una ricerca su “Donne e carriere scientifiche” nell’ambito del progetto europeo TRIGGER del dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa, coordinato dalla professoressa Rita Biancheri. Le interviste – realizzate per la tesi di dottorato di Francesca Pecori, in co-tutela internazionale tra l’Università di Pisa e L’Université Sorbonne Paris Cité, dal titolo: “Donne e scienza: Il premio L’Oréal. Un modello contemporaneo per promuovere la presenza femminile” – confermano che sono i luoghi dove si premia la meritocrazia a far emergere le loro capacità.
Nelle risposte che sono state raccolte emergono esperienze, criticità e suggerimenti aggiuntivi ma soprattutto i messaggi di incoraggiamento e le raccomandazioni a non demordere e a non lasciarsi abbattere dagli ostacoli che inevitabilmente si incontrano in una scienza ancora costruita al maschile. L’ammonimento principale è quello di essere consapevoli dei pregiudizi sessisti, ma ignorarli senza subirne i condizionamenti, mantenendosi focalizzate sui propri obiettivi, cogliendo ogni opportunità senza temere di esporsi.