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Pisa: iniziate le operazioni di rimozione del chiosco in vicolo del Tinti, angolo Borgo Largo

Sono iniziate questa mattina le operazioni di smontaggio del chiosco in vicolo del Tinti, angolo Borgo Largo, chiuso ormai da oltre 18 mesi. Il piccolo edificio, di proprietà comunale, nel corso del tempo era stato utilizzato da vari gestori in possesso di autorizzazioni di tipo commerciale per la vendita di diverse tipologie di prodotti: prima miele, poi crepes, fino alla somministrazione di bevande alcoliche negli ultimi anni.

L’azienda partecipata del Comune Pisamo, tramite una ditta, ha avviato lo smantellamento del manufatto che rientra in una specifica tipologia non più idonea e compatibile con la presenza nel centro storico. Le operazioni che si protrarranno per alcuni giorni, renderanno nuovamente visibile il valore storico-architettonico del contesto, valorizzando un angolo di Borgo Largo composto dalla articolazione edilizia dei fabbricati circostanti e portando un arricchimento della scena urbana.

«La decisione di smantellare il chiosco verde in vicolo del Tinti – dichiara il sindaco Michele Conti – si inserisce nel nostro articolato programma di riqualificazione del Centro Storico attraverso investimenti sull’arredo urbano e la eliminazione di elementi non più compatibili nel salotto buono della città. Il chiosco era divenuto un simbolo dell’incuria e del degrado nel centro storico e noi vogliamo invece rilanciare l’idea di una città più pulita, ordinata, che valorizza il piccolo commercio che investe in maniera virtuosa sulla propria attività contribuendo a migliorare l’immagine complessiva di Pisa. Continueremo su questa strada per rendere la città più accogliente e attrattiva, investendo ancora risorse del bilancio comunale per migliorare l’asse commerciale e turistico che va da piazza della Stazione a piazza del Duomo, passando per Corso Italia e Borgo attraverso una particolare attenzione ai dettagli e privilegiando la qualità creativa nelle scelte, sia per la parte pubblica che per le autorizzazioni che si dovranno concedere ai privati».