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Questura di Pisa: sviluppi sull’indagine del settantenne pisano arrestato per pedopornografia

Questa mattina, la Polizia di Stato di Pisa ha eseguito una nuova e ulteriore ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, disposta dal Gip presso il Tribunale di Pisa, nei confronti dell’uomo, presidente di un’associazione di sbandieratori conosciuta in città, arrestato il 19 ottobre scorso per detenzione di materiale pedopornografico e per il quale era stata già stabilita dal Gip di Pisa analoga misura, prima ancora di dichiararsi incompetente e disporre la trasmissione del fascicolo d’indagine alla Procura Distrettuale di Firenze, competente per reati in materia di pornografia minorile.

La seconda misura, emessa in data di ieri, trae origine dal procedimento penale iniziato a seguito della denuncia presentata dai genitori della minore, venuti a conoscenza degli atteggiamenti morbosi dell’uomo subito dopo averle apprese, dopo anni di silenzio, dalla diciassettenne, che ha avuto il coraggio di aprirsi con i familiari.

La ragazza, ascoltata dalle poliziotte della sezione specializzata nei reati contro minori e violenza di genere della Squadra Mobile, con l’ausilio di una psicologa, ha raccontato del periodo nel quale, appena quattordicenne e frequentatrice dell’associazione, era oggetto delle attenzioni dell’uomo, non solo morbose e moleste.La minore, infatti, ha narrato di aver ricevuto dall’uomo, mentre si trovava in palestra per svolgere allenamenti, anche approcci di natura sessuale, fatti di frasi ambigue e, in alcune circostanze, di strusciamenti, palpeggiamenti e contatti in zone erogene del corpo.

Le richiamate fonti di prova sono state corroborate dai riscontri effettuati dalla Squadra Mobile a casa dell’uomo, dove oltre alle foto della minore elaborate con la tecnica del deep-nude, sono state trovati altri elementi gravemente indizianti, tra cui anche una calamita che sorreggeva la fotografia nuda della minore attaccata allo sportello del frigorifero riportante la frase: Ho una mente per gli affari e un corpo per il peccato, identica ad un’altra recapitata alla ragazza in uno dei numerosi pacchetti anonimi spediti al domicilio della vittima, oltre ad altri messaggi stampati rivolti alla ragazza, nei quali l’uomo ha manifestato la volontà di comprare l’amore della minoreproponendole  in cambio delle attenzioni della ragazza denaro e vacanze all’isola d’Elba.

Tutte le fonti di prova, così raccolte, sono state ritenute gravi dal Gip al punto da giustificare un’ulteriore misura degli arresti domiciliari con l’applicazione di braccialetto elettronico all’indagato.