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La replicazione immediata, involontaria e automatica dell’espressione facciale del partner prolunga la durata dei contatti sessuali e porta vantaggi “sociali” nel lungo periodo. È questo quanto emerge da una ricerca sui bonobo (Pan paniscus), una delle grandi scimmie più strettamente imparentate con la nostra specie, condotto da un gruppo di etologi dell’Università di Pisa e pubblicata sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature.
Lo studio, iniziato nel 2017 in una delle più grandi colonie al mondo di bonobo ospitata presso il Wilhelma Zoo a Stoccarda in Germania, ha esaminato la Mimica Facciale Rapida attraverso quattro espressioni facciali: il sorriso a denti stretti (silent bared-teeth), il broncio (pout-face), la risata (play face) e la bocca ad anatra (duck-face).
“Grazie ai bonobo siamo riusciti per la prima volta a studiare il fenomeno della mimica facciale nel contesto sessuale”, spiega professoressa Elisabetta Palagi del Dipartimento di Biologia che ha condotto la ricerca con le dottoresse Giada Cordoni, consulente del Museo di Storia Naturale di Calci dell’Ateneo Pisano, Marta Bertini e Giulia Annicchiarico.
Se nell’uomo, per evidenti limitazioni legate alla privacy, questo meccanismo non è mai stato indagato, la presenza della Mimica Facciale Rapida è stata invece dimostrata sempre dalle ricercatrici dell’ateneo pisano in altre grandi scimmie (scimpanzé e gorilla), ma solo durante l’attività di gioco. Grazie ai bonobo è stato invece possibile per la prima volta studiare la mimica facciale nel contesto sessuale. Da questo punto di vista i bonobo si sono dimostrati un’ottima specie modello anche perché il sesso, con contatti sia eterosessuali che omosessuali femminili, non ha solo una funzione riproduttiva ma anche sociale, finalizzata alla creazione e al consolidamento delle relazioni tra specifici membri del gruppo.
“I vantaggi del prolungamento dei contatti sessuali sono vari – conclude Palagi – fra i benefici indiretti del comportamento omosessuale femminile c’è infatti il rafforzamento dei legami sociali e delle alleanze in modo da avere una priorità di accesso alle risorse, fra i benefici diretti del comportamento eterosessuale c’è invece una maggiore probabilità dei maschi di fecondare le femmine”.
Elisabetta Palagi e Giada Cordoni da più di 20 anni svolgono attività di ricerca in campo etologico-cognitivo su animali sociali, in particolare primati (umani e non). Il loro interesse si è focalizzato sul comportamento ludico, sessuale, aggressivo e post-conflittuale e sul contagio emotivo e fenomeni di mimica alla base dei processi empatici.