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Nardini: “La nostra proposta è di un piano quinquennale che coniughi interventi immediati e di medio termine”

Un piano nazionale straordinario di politiche attive per il lavoro con
una governance Stato Regioni”, ovvero “una cornice unitaria per
assicurare universalità di prestazione che preveda un forte ruolo delle
Regioni”,
è questa la proposta che la coordinatrice della Commissione
istruzione e lavoro della Conferenza delle Regioni, Alessandra Nardini
(assessora della Regione Toscana) ha delineato oggi durante una
videoconferenza degli assessori regionali con la ministra, Nunzia Catalfo.

“Le conclusioni di questo lavoro di confronto con la ministra – ha
spiegato Nardini – approderanno poi nella sede della Conferenza delle
Regioni per verificare la possibilità che si arrivi ad un accordo
Stato-Regioni”.

L’idea di un Piano straordinario, su cui la ministra si è detta
assolutamente d’accordo, nasce – ha detto ancora l’assessora toscana –
dall’esigenza di definire linee di indirizzo e azioni di sistema in una
cornice unitaria attraverso adeguati finanziamenti, con la progettazione
dei cluster di utenti che risponda anche a priorità trasversali: donne,
giovani, disabili e soggetti svantaggiati, in particolare quelli che più
sono distanti, per problematiche sociali e economiche, dal mercato del
lavoro e che hanno difficoltà ad accedere a sistemi on line (digital
divide/alfabetizzazione). Tali azioni – ha aggiunto la coordinatrice della
Commissione istruzione e lavoro della Conferenza delle Regioni – potrebbero anche essere finanziate con le ulteriori risorse del Recovery Fund. Il Piano dovrà affrontare anche altre priorità: l’implementazione dei
sistemi informativi, una maggiore digitalizzazione dei servizi per il
lavoro per aumentarne l’accessibilità, lo sviluppo di servizi aggiuntivi,
come la certificazione delle competenze e l’orientamento ed accompagnamento ai servizi di natura sociale, valorizzando il ruolo dei Centri per l’impiego in un’ottica di rete; l’implementazione e la messa a sistema degli Osservatori del mercato del lavoro regionali con quello nazionale e infine la semplificazione dei processi e delle procedure. Così come dovranno essere affrontate le criticità che sono emerse per quel che
riguarda l’assegno di ricollocazione e il reddito di cittadinanza”.

La nostra proposta è quella di un Piano pluriennale, capace di coniugare
interventi immediati e strategie di medio-lungo termine che veda un
periodico coinvolgimento delle parti sociali. Un Piano nazionale
straordinario che dovrà, insomma – ha concluso Nardini – favorire la
transizione occupazionale mediante il potenziamento delle politiche attive
del lavoro e della formazione. Per questo è opportuna una cornice
nazionale entro la quale le Regioni realizzano tutti gli interventi e le
misure di politica attiva disponibili e funzionali agli obiettivi che
saranno fissati dal Piano stesso”
.