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Trapani, “Bisogna lavorare perché La Leopolda rimanga un centro di aggregazione, di crescita sociale e culturale”

La forza e la tenacia dell’esperienza delle associazioni della Leopolda sono da sempre un patrimonio prezioso della nostra città. Per questo non possiamo strattonarle da una parte o dall’altra: queste vivono del grande patrimonio sociale, culturale e collettivo che hanno da sempre contraddistinto Pisa. Dopo mesi di rottura istituzionale e battaglie da parte di tutti per richiamare a un dialogo con le istituzioni e le associazioni, si fa un passo avanti aprendo un rapporto che deve essere con fermezza portato avanti. La proposta di continuare a far vivere la Leopolda, luogo di associazioni e di progetti e non solamente spazio fisico della città, anche come luogo di connessione con i tanti studenti della nostra città, non può che essere una idea che ha una sua forza nella visione integrata che abbiamo di Pisa. Proprio il lavoro portato avanti dalla Leopolda in questi mesi, sempre serio e costante, ha avuto come effetto quello di aiutare a tessere nuovi rapporti tra le varie istituzioni che spesso questa amministrazione ha provato a rompere creando uno scontro. Il lavoro giornaliero fuori dal consiglio di tutte quelle realtà oggi ha portato come effetto una affermazione dell’idea di Pisa come volano di innovazione e progettazione anche per quanto riguarda la contaminazione tra idee, battaglie sociali, storie e attività. Serve da subito portare avanti quindi sia una valorizzazione di questo spazio proprio a partire dalla bella progettualità associativa presente, anche mediante la diminuzione dei costi che devono essere sostenuti, e affermare la non disponibilità del bene ma il suo utilizzo per i fini sociali e culturali che in questi anni ha ben portato avanti. Trovo curioso che manchi un vero e proprio “Piano” su alienazioni e valorizzazione dei beni immobili ma un semplice elenco dove si inseriscono numerosi immobili con una loro quotazione di mercato, senza che siano individuabili né la differenza tra quelli alienabili e quelli da valorizzare, né la identificazione delle modalità di valorizzazione, i mezzi e gli obiettivi. Se la volontà dell’amministrazione per ciò che appare dalle dichiarazioni sulla stampa è quella di mantenere l’attuale destinazione anzi migliorandola, è necessario allora che l’amministrazione spieghi lo scopo dell’inserimento di quel bene in quell’elenco e in ogni caso quale è il piano di valorizzazione che si propone perché non è sui giornali che bisogna esprimersi ma con atti formali di competenza del consiglio. Il piano di valorizzazione e alienazione previsto dall’art.58 della legge n.133 /2008 è pur vero che non necessariamente implichi la vendita dei beni inseriti ma proprio perché è un “piano” deve specificare gli strumenti e le modalità di valorizzazione oltre a produrre, per i beni inseriti, la conseguenza di legge del loro inserimento nel patrimonio disponibile e l’obbligo di individuarne la destinazione.

In questo caso riteniamo sia necessario specificare con fatti concreti che la volontà sia quella di lavorare affinché quel luogo rimanga un centro di aggregazione e crescita sociale e culturale, anche in sinergia con gli studenti, l’Università e chi vive la nostra città come luogo di crescita personale.