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Giorno della Memoria: l’intervento del sindaco di Pisa Michele Conti

“Gentili presidente della Comunità ebraica, presidente della Provincia, Generale comandante della 46^ Brigata aerea e del presidio militare, ospiti di questo Consiglio Comunale, colleghi consiglieri,

La pandemia che da quasi un anno ormai stiamo vivendo e che ha provocato nelle nostre comunità lutti, dolore e tanta sofferenza fisica e materiale, ci impedisce di celebrare oggi in modo pieno il Giorno della Memoria. Una ricorrenza riconosciuta ufficialmente dall’Italia e solo in seguito anche dalla Organizzazione delle Nazioni Unite come Giornata Internazionale di commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto.

Non ci è stato possibile organizzare un programma di iniziative e di appuntamenti come lo scorso anno né tantomeno coinvolgere le scuole cittadine che ebbero la possibilità di ascoltare dalla viva voce della signora Tatiana Bucci, la testimonianza di una superstite della Shoah. Cittadina onoraria di Pisa dal 2013 insieme a sua sorella, signora Andra.

Di quella mattina ricordo ancora il silenzio che accompagnò tutto il suo intervento. Eppure ad assistere all’incontro al palazzo dei congressi c’erano mille studenti delle scuole pisane, dalle secondarie di primo grado alle secondarie superiori, compresa una classe di quinta elementare.

Quel silenzio fu il miglior riconoscimento al valore delle parole della signora Tatiana. Sappiamo quanto, oggi, i ragazzi siano distratti da tante cose e quanto poco si facciano conquistare dai racconti degli adulti. Ma quella mattina tutti rimasero ad ascoltare, commossi, quelle parole di verità su quanto di inumano, indicibile e drammatico era accaduto, 80 anni prima, anche a tanti loro coetanei, che avevano l’unico torto di essere ebrei.

Sono sicuro che per quei nostri ragazzi, adulti di domani, aver ascoltato in silenzio e con commozione quelle parole e quei racconti servirà per la loro formazione di donne e uomini e per il loro diventare cittadini maturi e consapevoli che la liberà e l’umanità di ogni uomo e donna sono valori inviolabili e non negoziabili.

Il valore di questa Giornata deve essere proprio in questo momento di passaggio di testimonianza, verso le nuove generazioni, affinché l’insegnamento di quella generazione non vada perduto e componga la coscienza civica di ognuno.

Quest’anno purtroppo non è stato possibile ma contiamo di proseguire in questa strada intrapresa insieme alla Comunità Ebraica Pisana e a tutte le istituzioni cittadine.

Noi crediamo fortemente nel valore del ricordo e della memoria, quale radice per costruire il futuro. Senza consapevolezza di quello che è stato nessuna comunità, città o Nazione, può ambire ad avere un futuro. Anche per questo, la nostra Amministrazione ha dedicato e dedicherà molta attenzione al tema della MEMORIA. Pisa deve conoscere e riscoprire se stessa, la propria identità, impastata di arte, cultura ma anche di una storia che è fatta di luci e di ombre. Da quando ci siamo insediati abbiamo puntato molto a rimettere in fila gli appuntamenti che ne segnano quel calendario civico che è unico e deve essere sempre più condiviso per evitare di diventare una Città bella ma senza anima.

E il 27 gennaio è, per noi tutti, una giornata fondamentale su cui ricostruire la nostra identità, a partire dalla riflessione che proprio a Pisa, come sappiamo, vennero firmate dal Re Vittorio Emanuele III le legge razziali. E che permisero la vergogna delle discriminazioni di migliaia di nostri concittadini, studenti, lavoratori, docenti, espulsi dai luoghi di lavoro pubblici, dagli atenei, dalle scuole. E che, infine subirono le deportazioni, i lutti, i dolori.

Proprio per non dimenticare il 10 dicembre 2019, il Consiglio Comunale – all’unanimità – votò la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre per il contributo “da lei fornito per tramandare alle future generazioni la memoria dell’olocausto. E mi congratulo che proprio in questa giornata il nostro Ateneo abbia annunciato il conferimento alla signora Segre della Laurea honoris causa in Scienze per la Pace.

Così come, la settimana scorsa, la Giunta Comunale ha deciso di intitolare a Anna Frank uno spazio pubblico, una rotatoria che presto verrà inaugurata con un cerimonia, vicino all’ingresso del Parco di San Rossore, dove fisicamente vennero firmate le leggi razziali. Ci è sembrato un riferimento doveroso, che ancora non era stato fatto ma che troviamo pieno di significato.

Oggi, le istituzioni insieme alle comunità, al mondo della cultura, dell’associazionismo, ai semplici cittadini, hanno il dovere di proseguire questa difficile opera di sconfiggere l’ignoranza di quello che è stato per evitare che non si ripeta mai più e che sia per ognuno di noi l’occasione per rinnovare l’impegno a contribuire alla costruzione di un mondo più giusto, fondato sui principi di libertà e democrazia”.