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Pisa: denunciato per malsanità l’operato del pronto soccorso di Cisanello

I parenti di una donna di 74 anni affetta da demenza si sono rivolti al Codacons per ottenere tutela nei confronti dell’Ospedale Cisanello di Pisa, denunciando quello che appare come l’ennesimo caso di malasanità italiana. Una vicenda sfociata ora in un esposto presentato dall’associazione dei consumatori alla Procura della Repubblica di Pisa.

In base alla ricostruzione dei familiari, lo scorso 30 gennaio l’anziana – invalida, diabetica e con diverse patologie cardiache – viene portata a seguito di un malore al Pronto Soccorso dell’Ospedale Cisanello, principale Policlinico di Pisa, dove arriva alle ore 15:10.

Nel rispetto delle misure anti-Covid i familiari della signora venivano invitati a rimanere presso la propria abitazione per poter esser solo in un secondo momento contattati dal personale al fine di prendere coscienza dello stato di salute della donna. Più volte i familiari informavano il personale sanitario dello stato di demenza della paziente richiedendo una visita medica urgente e la possibilità che almeno uno di essi si potesse recare all’ospedale al fine di apportare le giuste informazioni e la necessaria assistenza. Richieste cadute nel nulla: la signora attenderà nell’assoluta noncuranza del personale sanitario ben 6 ore prima di poter esser visitata, e solamente verso le ore 22.00 il medico di turno poteva emettere la diagnosi di “infarto”.

In tarda notte il personale sanitario contattava telefonicamente i familiari dell’anziana paziente comunicando di avere riscontrato i valori degli enzimi cardiaci esageratamente alti e informando di avere disposto, alle ore 3.32 am del giorno seguente, il trasferimento presso il reparto di terapia intensiva in considerazione delle gravi condizioni verificate.

“Chiediamo alla Procura di accertare cosa è accaduto quella notte, perché è assurdo che una anziana invalida colpita da infarto debba aspettare ben 6 ore prima di essere visitata, e rimanga poi chiusa da sola in una stanza di terapia intensiva, e questo solo per i ritardi con cui sarebbero stati eseguiti gli esami clinici sugli enzimi cardiaci facendo sì che, inevitabilmente, un quadro clinico già grave si sia potuto tramutare in un gravissimo danno alla salute” – afferma il Codacons

L’associazione ha dunque chiesto alla Procura della Repubblica di Pisa di predisporre tutti i controlli necessari per accertare quanto esposto e verificare il configurarsi di eventuali illeciti e responsabilità, oltre che, in caso affermativo, di esperire l’azione penale.  Nella specie, le condotte suesposte, per come rappresentate, potrebbero integrare la possibile fattispecie prevista e punita dall’articolo 590 codice penale, nelle caratteristiche declinate dalla giurisprudenza di legittimità in punto di lesioni personali colpose.