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San Valentino in zona arancione, l’accusa di Confcommercio Pisa: altre regioni hanno spostato tutto a lunedì

E’ una decisione al limite del perverso, che condanna un’altra volta ristoranti e pubblici esercizi al disastro economico. Confcommercio Provincia di Pisa per bocca del suo direttore Federico Peragnoli lancia il suo j’accuse alla politica per aver cancellato San Valentino: “Purtroppo è il solito ritornello che si ripete da un anno a questa parte. Si prendono decisioni sulla pelle degli operatori, senza un briciolo di buon senso e di rispetto del lavoro altrui. Sono giorni che andiamo ripetendo al Governo e al presidente Giani di tener conto di San Valentino, una domenica particolare, che poteva essere una vera boccata d’ossigeno per molti ristoratori. E invece, dopo un tempo interminabile di incertezza, si è deciso diversamente, a spese di tantissime imprese che avevano già investito migliaia di euro. Siamo purtroppo alla farsa, dalle conseguenze incalcolabili. Pensiamo che nel 2020 sono chiuse 300 mila imprese e scomparsi altri 200 mila tra autonomi e partite Iva, mentre il blocco dei licenziamenti ha evitato fino ad oggi la perdita di altri 600 mila posti di lavoro. Sono numeri agghiaccianti, e pur non inclinando al catastrofismo, consapevoli che l’emergenza sanitaria è determinante, siamo convinti che questa politica ha le sue gravissime responsabilità”.

“Ci sono regioni che hanno fatto valere le proprie ragioni fino in fondo, pensiamo a Sicilia e Trentino Alto Adige dove le misure restrittive si attueranno da lunedì 15, mentre noi in Toscana non siamo stati capaci di fare lo stesso, penalizzando un intero e fondamentale settore economico – aggiunge e conclude con amarezza il direttore: evidentemente la sorte di migliaia di imprenditori della filiera eno-gastronomica non è nelle priorità del governo regionale e di questo ce ne rammarichiamo. Abbiamo tuttavia la certezza che prima o poi tutti i nodi verranno al pettine e in quel caso nessuno di noi sarà li a darvi una mano”.