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Diritti in Comune, Ridefinire canoni ERP e morosità in base alle reali condizioni dell’alloggio

Dopo tanti annunci, l’amministrazione comunale non ha dato nessuna risposta concreta agli abitanti delle case popolari. Eppure sono numerose ed evidenti le criticità emerse nel percorso che, su nostra iniziativa, la Seconda commissione consiliare permanente sta svolgendo per migliorare le condizioni di vita negli alloggi di Sant’Ermete, sia vecchi che nuovi.
Grazie a ripetuti sopralluoghi da noi richiesti, tutti i membri della commissione consiliare hanno potuto vedere con i loro occhi la realtà e prendere visione della puntuale documentazione fornita dal Comitato dei residenti. Eppure, da parte di APES e dell’assessora Gambaccini abbiamo visto pochi timidi interventi e molte ingiustificabili chiusure.
Per quanto riguarda i nuovi alloggi di via Bandi, vogliamo avere documentazione dettagliata delle spese per le utenze: nonostante Acque Spa affermi che il calcolo delle bollette idriche sia corretto, a noi risultano varie incongruenze. Chiediamo che gli annunciati interventi di manutenzione negli spazi comuni e individuali, per risolvere gravi problemi di umidità e infiltrazioni, vengano realizzati rapidamente e ci sia alla fine una verifica con gli abitanti di quanto effettivamente realizzato. Così come chiediamo che si proceda rapidamente col passaggio al Comune del boschetto al confine dei vecchi immobili, così che l’area in questione venga finalmente riqualificata.
Resta senza risposta, però, la richiesta di rimodulare il canone e rivedere le morosità sugli alloggi vecchi, destinati all’abbattimento, molti dei quali invivibili e inabitabili. Siamo di fronte a un debito ingiusto a carico di famiglie che vengono fatte vivere in case non degne, ma che continuano a essere bersaglio di pressanti solleciti di pagamento. Non si tratta di qualche “furbetto” che non paga, come l’assessora vorrebbe far intendere, ma di persone che oltre alle difficoltà economico-sociali devono vivere in alloggi privi di requisiti igienico-sanitari: e non certo per responsabilità degli inquilini, ma per i mancati interventi di APES e del Comune, e per la lentezza e lo stallo del progetto di ricostruzione.
La giunta Conti, ancora una volta, è forte con i deboli e prova a fare cassa su questi ultimi. Emblematico l’accordo tra APES e SEPI per la riscossione forzata delle morosità, comprese quelle accumulate su immobili invivibili e inabitabili. Mentre ci si avvia ad applicare questo accordo, nulla si fa per contrastare e recuperare davvero la grande evasione ed elusione fiscale, spesso legata ai grandi proprietari immobiliari della città. Tutto questo risulta ancora più odioso alla luce della grave crisi economia e sociale dovuta alla pandemia, che colpisce proprio le fasce popolari.
Da tempo chiediamo di ricalcolare i canoni ERP in tutto il Comune, tenendo conto delle reali condizioni degli immobili e cancellando i debiti ingiusti, che pesano su chi ha fatto a proprie spese anche degli interventi, nella latitanza di APES e Comune. Per questo, lunedì 22 febbraio in occasione della seduta conclusiva della Commissione consiliare presenteremo proposte concrete per risolvere i problemi ancora aperti. Le misure di riscossione delle morosità non possono prescindere dal riconoscimento di situazioni specifiche e devono essere ispirate a principi di giustizia, non dalla semplice pretesa di fare cassa su chi ha meno e vive in alloggi inadeguati.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile