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Terzo rapporto su sport, Giani: “Da toscani risposte più positive che resto di italiani”

“Anche la Toscana ha risentito del blocco di ogni attività sportiva a
causa delle misure di contrasto al covid, ma quello che emerge da questo
rapporto, e va sottolineato, è che i toscani hanno in media avuto delle
risposte più positive degli altri italiani sia nei comportamenti che per
quanto riguarda il detraining, cioè la perdita di allenamento, in
particolare per quanto riguarda i bambini ed i ragazzi”.

Ad affermarlo, intervenendo alla presentazione del terzo rapporto sullo
sport in Toscana, è stato il presidente della Regione Toscana, Eugenio
Giani, che ha evidenziato anche la “grande risposta data dalle
organizzazioni sportive in Toscana”.

In effetti, a giudicare dal rapporto presentato a Palazzo Strozzi Sacrati
stamani, giovedì 19 maggio, emerge che i toscani, durante il lockdown del
2020, si sono rivelati più tonici dei connazionali (53% contro 39%),
rispetto a quali si sono sentiti più in salute (90% contro 80%),
maggiormente sereni (72% contro 64%) e fiduciosi (70% contro 66%).
Mediamente, inoltre, hanno praticato più attività fisica all’aperto (81%
contro 79%) e sono stati più attivi (45% contro 42%).

Il rapporto è il risultato della collaborazione tra Osservatorio sociale
regionale, Anci Toscana, Agenzia regionale di sanità, Sport e salute, Coni
regionale della Toscana, Comitato paralimpico toscano ed Enti di promozione
sportiva. Lo scopo era quello di “fotografare” la situazione
complessiva del movimento sportivo regionale alla luce della sospensione
delle attività dovuta alle misure di contenimento della pandemia da
covid-19. I dati sono riferiti all’anno solare 2020.

“Da sottolineare il ruolo dell’associazionismo sportivo e la risposta che
le organizzazioni, con i loro volontari, educatori e associati, sono state
in grado di dare”, ha aggiunto l’assessora alle Politiche sociali, Serena
Spinelli, nelle cui competenze rientra l’Osservatorio sociale regionale che
ha guidato la ricerca. “Oltre ad aver permesso il raggiungimento di
determinati risultati, sono state preziose nel collaborare ai vari studi
presenti nel rapporto. Il loro è un ruolo insostituibile nel tessuto
sociale delle comunità, favorire lo sport per tutti e quindi stili di vita
basati sul benessere e la salute, oltre a quello altrettanto importante,
ancor più nel periodo che attraversiamo, di essere motore di aggregazione,
coesione sociale, solidarietà”.

Quasi un’associazione su due ha evidenziato capacità di adattamento e di
innovazione pur nella non semplice situazione indotta dalla pandemia (45% contro 42% a livello nazionale). Molte società hanno adottato nuovi
strumenti di lavoro rispetto al resto d’Italia (64% contro 57%) e
moltissime hanno dato un forte impulso all’offerta on-line (70% contro
64%). Sempre in numero maggiore rispetto a quanto accaduto altrove,
inoltre, parecchie associazioni hanno erogato anche servizi a distanza (72%
contro il 68%).

Per quanto riguarda la ripartenza delle attività, poi, più di otto
attività su dieci (l’84% contro il 73% del dato nazionale) hanno riaperto
in tutto o in parte. Significativo è pure il fatto che in Toscana sono
meno della media nazionale (64% contro 69%) le attività che hanno espresso
difficoltà.

A livello generale, per quanto riguarda il quadro conoscitivo, è da
evidenziare che in Toscana sono stati censiti 5775 impianti sportivi (uno
ogni 650 residenti circa) e 10715 spazi di attività (uno ogni 350
residenti). Tra questi luoghi dello sport, detto per inciso, prevalgono gli
spazi per il calcio, sia a undici che a cinque, per le attività ginnico
motorie, per il tennis, il fitness, la pallavolo e il basket.

Infine, qualche dato sui collaboratori sportivi, ossia su tutte quelle
figure, dagli atleti ai tecnici ai quadri societari, senza i quali non
sarebbe possibile l’esistenza di un movimento sportivo. In Toscana sono
circa 15000, contro i circa 208000 a livello italiano, con la
particolarità che il 49% dei collaboratori sportivi toscani è donna. Dei
15000 addetti, il 26% circa ha la qualifica di primo livello, il 12% di
secondo livello, mentre un altro 12% è laureato in Scienze motorie. Un
quinto dei collaboratori, invece, non ha alcuna specifica qualifica o
titolo.

Alla presentazione del rapporto hanno partecipato, tra gli altri, Vito
Cozzoli, il presidente nazionale di Sport e salute, l’azienda pubblica che
si occupa dello sviluppo dello sport in Italia, il presidente del Coni
regionale, Simone Cardullo, e Damiano Sforzi, vicesindaco Sesto Fiorentino,
responsabile Sport di Anci Toscana.