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Benessere e salute psicologica: secondo uno studio europeo sono priorità per i giovani tra i 14 e i 35 anni

Benessere psicologico, inquinamento da plastiche, sicurezza online, contrasto alla disoccupazione sono le priorità che risultano avvertite dalla maggioranza dei giovani italiani tra i 14 e i 35 anni che, tra marzo e aprile 2021, hanno risposto al questionario realizzato nell’ambito del G7 Youth Summit, il forum giovanile ufficiale del G7 composto da giovani delegati dei relativi paesi. Sulla scia di quanto sarà discusso al G7 del 2021, le aree su cui il G7 Youth si è concentrato sono infatti Ambiente, Innovazione Tecnologica, Economia e Salute. Per quest’ultima area, salute mentale e benessere psicologico sono risultati in assoluto al primo posto per i giovani italiani, così come per la maggior parte dei coetanei degli altri paesi del G7. 

  I risultati del questionario italiano, insieme a quelli delle altre delegazioni, hanno costituito il punto di partenza per la redazione delle raccomandazioni che saranno consegnate ai leader del G7 in vista dell’incontro in Cornovaglia tra l’11 e il 13 giugno. Tali raccomandazioni, il cui obiettivo è rappresentare le istanze dei giovani dei Paesi del G7, sono state rese pubbliche al Summit finale del G7 Youth, dove a rappresentare l’Italia in qualità di delegata per la salute è stata selezionata Giulia Bosiallieva del dottorato della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa in Human Rights and Global Politics, coordinato da Barbara Henry, docente di Filosofia politica dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna. Giulia Bosi è stata scelta insieme ad altri tre giovani (quattro in totale) per rappresentare il nostro Paese. La Young Ambassadors Society, in collaborazione con il Governo italiano e con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha selezionato tra centinaia di candidature – oltre a Giulia Bosi – i delegati Rachele De Angelis, Fabio Boniolo e Tullio Ambrosone, rispettivamente per le aree Ambiente, Innovazione Tecnologica, Economia.  

  Sono 2707 i giovani fra i 14 e i 35 anni che, in Italia, hanno risposto alle “consultazioni pubbliche” del G7 Youth, ovvero al questionario formulato dalla delegazione italiana. “Noi delegati italiani – spiega Giulia Bosi – abbiamo fatto circolare un questionario e contattato organizzazioni e associazioni connesse al mondo giovanile. Ricevere 2707 risposte nell’arco di meno di due mesi, senza fare riferimento a servizi di sondaggio a pagamento, ci sembra un dato esplicativo già di per sé: i giovani in Italia hanno voglia di far sentire la loro voce”. Il questionario era anonimo ed è stato diffuso soprattutto tramite i social media e le associazioni giovanili, La maggior parte delle persone che hanno risposto ha un’età compresa fra i 14 e i 19 anni (39%), seguiti dalla fascia 20-24 anni (35%), 25-29 (21%), e infine la fascia 30-35. Non sorprende quindi che il 79% degli intervistati si sia definita come studente per definire la propria occupazione attuale. Per la distribuzione geografica, il 56% dei partecipanti proviene dal Nord Italia, il restante 44% è equamente distribuito tra Centro, Sud e isole.

  “Colpisce un dato – commenta Giulia Bosi – ovvero che è la fascia di età più bassa quella che si è mostrata più reattiva. Forse proprio perché gli adolescenti temono per il loro futuro, essendo stati una delle categorie che più è rimasta colpita dalla pandemia. L’anno del Covid-19 non si può cancellare, né tanto meno le conseguenze che porterà nei prossimi decenni. Però questi dati dimostrano che possiamo far divenire questo momento storico un’opportunità, un’occasione per i giovani per essere più interessati alla politica e per le istituzioni per prendere maggiormente in considerazione il loro punto di vista”.

  Per l’area della Salute, la salute mentale/benessere psicologico, i determinanti sociali della salute e la distribuzione e la disponibilità dei vaccini, sono risultati prioritari rispetto ad altri temi come preparazione alle pandemie, aumento delle malattie non trasmissibili, salute digitale, resistenza antimicrobica, abuso di sostanze, e salute sessuale e riproduttiva. Negli altri campi sottoposti a questionario, la “classifica” delle priorità per i giovani italiani è così connotata. Ambiente: inquinamento da plastiche, inquinamento dell’aria, uso di combustibili fossili. Innovazione tecnologica: sicurezza online, controllo di potenziali fonti di mala informazione e disinformazione, sviluppo di nuove tecnologie (AI, 5G, criptovalute…). Economia: contrasto alla disoccupazione in generale e giovanile in particolare, lotta alle disuguaglianze (sociali, economiche, geografiche), transizione ecologica.

  Terminate le “consultazioni pubbliche”, le delegazioni dei diversi Paesi hanno negoziato fra loro le Raccomandazioni, che saranno consegnate ai leader politici in vista del prossimo G7 in un unico documento, definito Communiqué. “Fra suoi i punti chiave – spiega Giulia Bosi –, risultano resilienza climatica, alfabetizzazione digitale, economia sostenibile, salute mentale. In particolare, abbiamo chiesto ai leader del G7 di rafforzare i sistemi globali di allerta precoce attraverso stress test sul clima e la condivisione delle conoscenze sulle misure di adattamento; di raggiungere la connettività universale entro il 2030 in tutto il mondo e inserire l’alfabetizzazione digitale in tutte le aree curricolari; di incorporare l’impatto sulle generazioni future nelle decisioni di bilancio sviluppando congiuntamente indicatori di performance economica che integrino il PIL con considerazioni su benessere, sostenibilità e inclusività. E infine, di dare maggiore rilevanza alla salute mentale nell’ambito delle cure primarie e nei luoghi dove il supporto psicologico risulta più accessibile ai giovani, ossia a scuola, all’università e sui luoghi di lavoro”.

  “Al di là delle richieste specifiche – conclude Giulia Bosi – quello che emerge dal Communiqué è che mai come ora la politica (sia nazionale che internazionale) dovrebbe tener conto della domanda: che impatto avrà questa decisione sulle generazioni future? Avere questo sguardo intergenerazionale a livello istituzionale, uno sguardo che punta a soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni, non è così irrealizzabile come potrebbe sembrare. Ciò lo dimostra ad esempio il Galles, dove qualche anno fa è stata creata la figura del Commissario per le Generazioni Future, il cui obiettivo è aiutare gli enti pubblici e la classe politica a pensare alle conseguenze a lungo termine delle loro decisioni. È questo che chiediamo al G7 2021: di guardare anche al futuro”.