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Cerimonia in ricordo dei caduti pisani sul Monte Grappa. Bonsangue: «Omaggio commosso al sacrificio di tanti uomini che non deve essere dimenticato»

Si è svolta ieri mattina la cerimonia presso il cippo del Monte Grappa, in piazza Vittorio Emanuele II, in ricordo dei caduti pisani della Grande Guerra. Al momento di ricordo, voluto dal Comune di Pisa con il Comitato spontaneo caduti pisani della Grande Guerra, erano presenti le autorità civili e militari, le associazioni combattentistiche e d’arma pisane e non solo, l’associazione nazionale alpini. Per il Comune di Pisa, la vicesindaco Raffaella Bonsangue.

«Oggi, siamo tutti qui per rendere, riconoscente e commosso omaggio, al sacrificio di tanti uomini che, per senso del dovere, con umiltà ed eroismo, combatterono e caddero, in trincea, sui monti, tra le nevi, per difendere l’onore nazionale – ha detto Raffaella Bonsangue -. Sul Monte Grappa vennero combattute tre delle più cruente battaglie della Grande Guerra che, sia pure al prezzo di gravissime perdite, furono tutte vinte dall’Esercito italiano che seppe prima contenere due tra le più violente offensive austroungariche ed, infine, alla fine di ottobre del 1918, dar vita a quella offensiva che portò alla Vittoria. A ricordo dei Caduti fu, in seguito, costruito, a 1776 metri di quota, il sacrario, la memoria di pietra, che accoglie i resti di 23.000 soldati, non solo Italiani, ma anche Austriaci, Ungheresi, Boemi, Slovacchi, Croati, Bosniaci e di altre nazionalità. I nostri soldati furono tutti autentici eroi: seppero resistere in condizione di grande inferiorità numerica e seppero, soprattutto, farlo pur nella consapevolezza che la maggior parte di loro avrebbe trovato sul Monte Grappa eterna dimora. Riecheggiano, allora, nei nostri cuori le parole di Domenico, un giovane soldato che descrive, con serena consapevolezza, la realtà della guerra da chi la viveva in prima persona: “Cara sorella, quest’oggi vivo ancora ma forse sarà l’ultima delle mie lettere che tu ricevi. Sono in un posto troppo pericoloso che è impossibile che me la scampi, ma, pazienza, siamo comandati, bisogna andare. Mi vedo il ferro della morte che mi conduce al sepolcro. Cara sorella ti chiedo perdono di tutti i mali che io ti ho fatto. Perdonami, che io ti amo sino alla morte. Io morirò, e se Dio mi prende in cielo pregherò per te per poter un giorno vederci te e l’intera famiglia…”. Ma fu proprio attraverso il sacrificio di Domenico e di tanti giovani soldati come lui che gli Italiani scoprirono negli orrori delle trincee il senso profondo dell’unità nazionale, diventando così, un Popolo unito, completando il cammino risorgimentale. Onore, quindi, ai nostri caduti ed un reverente pensiero a chi fu allora nemico ed oggi riposa insieme ai nostri ragazzi nel sacrario che tutti li raccoglie in un abbraccio ideale tra valorosi. Facciamo sì che quel sacrificio non sia mai dimenticato, impegnandoci affinché le nuove generazioni conoscano la storia e sappiano da essa trarne stimolo ad amare sempre la Patria più di se stessi. “Monte Grappa tu sei la mia Patria, sei la stella che addita il cammino, sei la gloria, il voler, il destino che all’Italia ci fa ritornar”. Viva gli Alpini, viva le forze armate, viva l’Italia!».