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Emergenza occupazione, Confcommercio lancia l’allarme

 “Che cosa accadrà quando si sbloccheranno i licenziamenti?” – si domanda con preoccupazione il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli. “Solo ad aprile si scontavano 347 mila persone occupate in meno rispetto al febbraio del 2020. Ma il peggio rischia di venire, in particolare pensando agli occupati nei settori del commercio, del turismo e dei servizi. Alla fine del 2021 gli organici delle imprese del terziario toscano potrebbero ridursi in media del 19%, con punte del -34% per il turismo, – 31% per la ristorazione, – 19% del commercio no food. Per la sola città di Pisa si rischiano di bruciare entro l’anno 1.300 addetti nella ristorazione e bar, e altri mille nel commercio. Purtroppo, le premesse per una estate bollente, non solo dal punto di vista climatico, ci sono tutte”.

“E d’altronde, non è un caso se il 2020 si è chiuso con il crollo delle iscrizioni di nuove imprese in provincia di Pisa, diminuite di oltre mille imprese negli ultimi dieci anni, un dato di per se catastrofico, anche solo in termini occupazionali” – – riconosce il direttore di Confcommercio: “Oggi, la situazione è a macchia di leopardo, con il litorale pisano che può sfruttare l’avvio di una stagione estiva che promette bene, mentre in grandissima difficoltà si trovano negozi e locali dei centri storici delle città d’arte, complice la quasi totale assenza di turisti. A Pisa, il commercio è il principale comparto, con oltre 6.300 addetti impiegati e a ruota i servizi di alloggio, ristorazione e bar con più di 5 mila lavoratori occupati. Se non si interviene con misure di sostegno e agevolazioni immediate a favore delle imprese di questi settori, quando il blocco dei licenziamenti cadrà, molti di questi lavoratori, con le conseguenze sociali facilmente immaginabili, rischiano seriamente di perdere il posto”.

Una luce in fondo al tunnel sono i dati Excelsior Unioncamere: “Delle 3.290 assunzioni previste a giugno 2021 in provincia di Pisa i due terzi coinvolgono il settore dei servizi. Se questo è un indicatore effettivo di ripartenza, e questo mi auguro, lo scopriremo solo nei prossimi mesi” – conclude Pieragnoli.