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Camera di Commercio Pisa: un agosto di crescita per la domanda di lavoro delle imprese pisane

L’analisi di agosto 2021 della Camera di Commercio di Pisa sui dai del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL, segnala un altro mese di crescita per la domanda di lavoro espressa dalle imprese pisane. Ad agosto sono infatti 1.370 i contratti offerti dalle imprese pisane con dipendenti del settore industriale e dei servizi: +360 in più rispetto all’agosto 2020 (+36%) ma soprattutto +120 rispetto all’agosto del 2019 (+10%). Interessante rilevare come il tasso di crescita rispetto all’ultimo anno pre-pandemia (+10%) si assesti su valori superiori rispetto all’Italia (+3,9%).

Nel 29% dei casi le 1.370 entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 71% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Sono invece il 31% della domanda, le posizioni lavorative per le quali gli imprenditori preferiscono un under 30.

Se estendiamo l’analisi al trimestre agosto-ottobre 2021 la domanda di lavoro espressa dal sistema imprenditoriale pisano arriva a quota 7.660: +12% rispetto al medesimo trimestre di due anni fa.

Ad agosto spingono ancora turismo e costruzioni

Ad agosto il vento che spinge la domanda di manodopera proviene dal turismo-ristorazione-alloggio e dall’edilizia. Il turismo, con un +30% rispetto all’agosto 2019, beneficia ovviamente del periodo di punta della stagione mentre l’edilizia con un +33% beneficia al massimo degli incentivi messi a disposizione per il settore. Tra i servizi, deciso passo in avanti anche per quelli rivolti alle imprese (+29%) tra i quali si trovano quelli di pulizia. Note negative invece per il commercio ed i servizi alla persona la cui domanda di lavoro arretra dell’11%. Flessioni, purtroppo, anche nell’industria manifatturiera e nelle public utilities (-3%).

Lavoratori previsti in entrata dalle imprese nel mese di agosto in provincia Pisa  
SETTORIago-19ago-20ago-21 Var % 2021/2020Var % 2021/2019
       
INDUSTRIA420380440 16%5%
       
Ind.manifatturiera e Public Utilities330260320 23%-3%
Costruzioni90120120 0%33%
       
SERVIZI830640930 45%12%
       
Commercio180120160 33%-11%
Turismo230190300 58%30%
Servizi alle imprese240210310 48%29%
Servizi alle persone190120170 42%-11%
TOTALE1.2501.0101.370 36%10%
Fonte: elaboazione CCIAA di Pisa su dati Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, 2019-2021

Si impenna il gap domanda-offerta di lavoro

Se la domanda a Pisa cresce non è detto che il mercato sia in grado di trovare un equilibrio, anzi. Ad agosto aumenta notevolmente il gap domanda-offerta di lavoro. In 38 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati contro il 32% dell’Italia nel suo complesso. Colpisce anche la distanza rispetto ai risultati segnati in provincia di Pisa negli scorsi due anni: 29% ad agosto 2019 e 36% ad agosto 2020. Oltre alle consuete difficoltà nel trovare professionisti ad elevata qualificazione, le aziende pisane faticano a reperire operai specializzati nell’edilizia così come operatori nell’assistenza sociale (in entrambe i casi il 77% delle assunzioni sono reputate difficili). Arduo a questo punto della stagione anche trovare quochi e camerieri (nel 41% dei casi), operai nelle attività metalmeccaniche (48%) ma anche personale non qualificato nei servizi di pulizia e in altri servizi alle persone (37%).

I titoli di studio di agosto: scende la quota di diplomati e laureati

Sul fronte dei titoli di studio, la domanda di lavoro agostana è meno favorevole per le persone in possesso di laurea: appena l’8% delle entrate previste a agosto 2021 è destinato a personale laureato contro il 10% di due anni fa. Non positiva neppure la domanda di personale in possesso di qualifica secondaria o post secondaria con una quota di assunzioni che si assesta al 36% (era il 42% nel 2019). In calo anche la quota di ingressi di perssonale di con qualifica o diploma professionale (il 20% contro il 26% del 2019). Considerando le professioni richieste non stupisce quindi  di trovare la domanda di personale con la sola scuola dell’obbligo al 36% (erano al 21% due anni fa).

Il punto di vista del Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Pisa, Valter Tamburini

“Se da un lato i dati sulla domanda di lavoro segnalano una discreta ripresa dell’economia, dall’altro la riduzione della quota di personale laureato o diplomato richiesta dalle imprese fa suonare un campanello d’allarme. E’ vero che il dato riferito ad un mese, soprattutto se si tratta di agosto, non rappresenta una tendenza, ma la ridotta domanda di profili qualificati da parte delle imprese in una fase di espansione non è certamente un elemento di sottovalutare perché a lungo andare impatta sulla capacità competitività del sistema. Preoccupa anche – prosegue Tamburini – il permanere di una quota rilevante di assunzioni per le quali le imprese faticano a trovare la persona giusta. Consapevoli dell’importanza di avere un maggior numero di persone qualificate all’interno della nostra economia ma anche della necessità di ridurre il gap domanda-offerta di lavoro, come Camera di Commercio vogliamo proporre un patto con la Regione, le Amministrazioni Pubbliche e le Parti sociali per rispondere in modo più adeguato a queste sfide.”

L’indagine

I dati provengono dall’analisi della Camera di Commercio di Pisa sui dati del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL, sulla base delle entrate previste dalle imprese con dipendenti dell’industria e dei servizi ad agosto 2021: un’indagine che ha coinvolto in provincia di Pisa un campione di 1.371 aziende in tre tornate di indagine mensili. Le informazioni sui flussi di entrate programmate dalle imprese riguardano le attivazioni di contratti di lavoro (a tempo indeterminato, a tempo determinato, stagionali, a chiamata, apprendistato, in somministrazione, di collaborazione coordinata e continuativa ed altri contratti non alle dipendenze) della durata di almeno un mese solare (pari ad almeno 20 giornate lavorative) per il trimestre oggetto di indagine.