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Non hai soldi? Fuori dalla mensa scolastica! Il caso della scuola primaria Collodi di Pisa

Che nel nostro paese il diritto allo studio sia decaduto da decenni è un fatto acquisito e pianificato dalle classi dominanti, almeno dagli inizi degli anni ’80 del secolo scorso. Una scelta politica, al fine di rendere le maggioranze più mansuete dal punto di vista intellettivo, quindi più manovrabili e meno propense alla critica dell’esistente. I dati dimostrano la nefasta efficacia di questa strategia: l’enorme dispersione scolastica e l’analfabetismo funzionale di massa fanno dell’Italia uno dei paesi più arretrati culturalmente tra quelli cosiddetti “sviluppati”.

Insieme a questa scelta politica, pianificata attraverso le controriforme della scuola e dell’Università portate avanti dal PD e dalla destra, si sono accompagnate politiche di massiccio disinvestimento, con il corollario di ragazzi morti e feriti sui banchi di scuola schiacciati da soffitti e pareti fatiscenti, dalla mancanza endemica di aule e di laboratori, come a Pisa in questo inizio d’anno scolastico.

Altra storia per le scuole private, frequentate dai figli dei ricchi. Lì dove si formano le future classi dominanti arrivano miliardi di euro estorti ai contribuenti, che sono i genitori di chi mai si potrà permettere una scuola privata.

Ora siamo di fronte ad un deliberato tentativo di emarginare i figli dei più poveri anche dalle scuole pubbliche, in base al reddito reale delle famiglie. È quello che sta succedendo in questi giorni a Pisa, con la comunicazione inviata alle famiglie dalla dirigente scolastica, Floriana Battaglia, con la quale si comunica che chi non pagherà l’iscrizione non potrà inviare il proprio figlio alla mensa. Un provvedimento che cadrà immediatamente sulla testa delle famiglie della scuola primaria Collodi, che potrebbe divenire un pericolosissimo precedente per tutte le scuole di Pisa.

All’origine dei rincari del servizio mensa la privatizzazione del servizio, aggiudicato all’Associazione Amici per la Pace, portando all’aumento secco del 50% del costo (da 40 a 60 euro), all’incremento del buono pasto da 7 a 7,50 euro, con Il pagamento che viene chiesto in anticipo su un pacchetto di 15 pasti rispetto ai 10 precedenti. Una vera e propria stangata per tante famiglie colpite dalla crisi economica, che andrà a ricadere sui propri figli, emarginati in un momento fondamentale di socialità, con le immaginabili conseguenze psicologiche che questa separazione “per censo” determinerà nei bambini.

Anche nelle scuole primarie prevale la logica economica sui più elementari rudimenti pedagogici. A questa barbarie dobbiamo dire di NO! Le mense scolastiche debbono essere gratuite per tutti gli studenti, sino alle mense universitarie.

I soldi ci sono, basta indirizzare i miliardi del PNRR verso politiche sociali e impiegare i profitti finanziari delle banche salvate con i nostri soldi a favore del sistema scolastico pubblico, tagliando completamente i finanziamenti alle scuole private.

Potere al Popolo! Pisa è al fianco delle famiglie colpite da questo vergognoso provvedimento che intende dividere i bambini in base alle risorse delle famiglie.