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CNA Pisa Impiantisti: “Il decreto anti-frode sta uccidendo artigiani e imprese e i costi in più ricadranno nelle tasche dei cittadini”

Ci si mette anche il cosiddetto ’decreto anti-frode’ – come se le procedure non fossero già abbastanza farraginose – a complicare le cose a impiantisti, edili e serramentisti. In una parola: agli artigiani.
Il decreto, infatti, cambia le procedure degli sconti in fattura che si attivano con la cessione del credito da parte dei cittadini–committenti a favore delle imprese che eseguono i lavori e mette altresì sullo stesso piano i piccoli lavori e il superbonus 110%. In pratica anche per fare una banale sostituzione infisso, adesso bisogna produrre le stesse carte e certificati del 110. Il decreto è stato pubblicato in gazzetta ufficiale lo scorso 11 novembre e, con questi nuovi adempimenti, andrà a paralizzare nuovamente il settore delle costruzioni, degli impiantisti e dei serramentisti, settori che hanno contributo in maniera preponderante alla ripresa economica.

“Non si era mai verificato che una misura di questa portata diventasse immediatamente operativa – incalza Marco Ammannati, vice presidente CNA Pisa e presidente CNA Pisa Impiantisti – bloccando di fatto la trasmissione di documenti relativi a pratiche di sconto o cessione del credito già contrattualizzate e definite. È una situazione paradossale, mai verificata prima, metterà in ginocchio tante imprese del nostro settore: in primo luogo perché l’obbligo di asseverazione riguarda tutti i tipi di interventi, senza limiti di spesa. Per fare un esempio anche per sostituire o fare un intervento su una caldaia o su una finestra sarà necessaria la certificazione con evidenti costi in più che ricadranno sulle tasche dei cittadini. Tra il superbonus 110% e la sostituzione di una caldaia c’è una bella differenza senza tralasciare il fatto che continuare a complicare il quadro di accesso alle misure senza tener conto del loro impatto compromette la forza degli incentivi rischiando di rallentare il trend positivo registrato finora. Non da ultimo questo decreto va anche a minare la fiducia nei confronti delle imprese oneste e compromette il raggiungimento degli obiettivi di transizione green. Come CNA Pisa chiediamo almeno la non retroattività del decreto e un importo minimo sotto il quale non richiedere questi adempimenti”,