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L’8 marzo di Potere al Popolo: con le donne, contro la guerra

Potere al Popolo! Pisa sostiene e parteciperà allo sciopero dell’8 marzo indetto dal sindacalismo di classe, che vedrà nella nostra città un presidio convocato in Piazza XX settembre ore 9.30.

Da alcuni anni l’Unione Sindacale di Base e il sindacalismo di classe indicono uno sciopero generale in occasione della giornata della donna. Uno sciopero che a livello internazionale vede coinvolte le principali associazioni di lavoratori, ma non nel nostro paese, dove CGIL e sindacati concertativi negano al movimento femminista l’opportunità di mobilitazioni più ampie e partecipate, neppure in questi drammatici giorni di guerra, quando ci sarebbe ancora più bisogno di far sentire una voce forte a sostegno delle donne, sfruttate molto più degli uomini, discriminate da un modello che fa della differenza di genere un grimaldello per dividere il mondo del lavoro e la società tutta, al fine di aumentare i profitti dei padroni.

Ma oggi dobbiamo parlare anche delle donne ucraine e di quelle del Donbass, accomunate nella sofferenza alle madri e mogli dei soldati russi, mandati al massacro da un governo che difende gli interessi dei capitalisti di quel paese, ben rappresentati oggi da Vladimir Putin.

Dobbiamo parlare delle donne che, fuggendo dai bombardamenti delle città ucraine, vengono respinte dalla “democratica” Unione Europea solo perché di una pelle e di una nazionalità diversa di quella del paese da cui fuggono, trovandosi davanti polizie di frontiera che confermano il doppio standard con il quale vengono trattati gli esseri umani dall’Occidente. Da una parte in Ucraina entrano le armi europee per volere di governi come quello Draghi, a infiammare il conflitto, dall’altra si respingono coloro che non servono a fomentare le campagne ideologiche belliciste.

Vogliamo anche ricordare, in questa occasione, le donne palestinesi, tormentate da oltre 70 anni di Apartheid israeliano e le tante, troppe donne che rischiano (e spesso perdono) la vita attraversando il Mediterraneo, in fuga da altre guerre fomentate dai paesi occidentali in Africa e in Medio Oriente.

Oltre alla dimensione sindacale, lo sciopero dell’8 marzo assume quest’anno una forte valenza politica, perché la lotta delle donne è contro un sistema economico basato sullo sfruttamento e la discriminazione di genere, sulla violenza e sul saccheggio, che ancora una volta si trasforma in guerra guerreggiata.

In questi tempi oscuri di sopraffazioni e aggressioni militari, la lotta per una pace con giustizia sociale, contro ogni muro e confine, diviene parola d’ordine che entra in simbiosi naturale ed inscindibile con la lotta per l’emancipazione femminile, di donne sfruttate e vilipese dalle inumane regole del capitalismo, dove tutto si trasforma in merce e profitto, barbarie, individualismo, disuguaglianze e discriminazioni, divisioni di genere e di razza, a cui ci dobbiamo opporre con tutte le nostre forze, nell’ottica di una trasformazione radicale dell’esistente, verso quel Socialismo del XXI secolo che determinerà un enorme passo in avanti nel lungo cammino di emancipazione delle donne e di tutto il genere umano dalla barbarie dell’oggi.

Fabrizia Casalini, coordinatrice nazionale

Potere al Popolo! Pisa