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Dalla guerra alla casa grazie a Bhalobasa e alla rete di prossimità delle ACLI

Per Olena e Liliia, sorelle fuggite dalla guerra, occorreva una casa. Per loro e per i figli, i piccoli Danil e Artem. Ed è arrivata grazie a Bhalobasa, l’associazione impegnata in tanti progetti di solidarietà internazionale ma anche nell’accoglienza sul territorio, da una settimana accolti in un’abitazione messa a disposizione da un volontario. Altre nove famiglie, invece, avevano chiesto sostegno alimentare e sono state messe in contatto con la Caritas diocesana. Funziona esattamente così la “rete di prossimità” coordinata, ormai da più di un mese, dal “Punto Famiglia” delle Acli provinciali di Pisa:da una parte i bisogni delle famiglie in fuga dal conflitto, dall’altra l’ondata di solidarietà diffusa che ha coinvolto tanti cittadini del territorio pisano. C’è anche chi ha messo a disposizione un alloggio e chi avendo accolto in famiglia chiede un orientamento ed un supporto. In mezzo ci sono loro, gli operatori e i giovani volontari in servizio civile del “Punto Famiglia” che da una parte raccolgono i bisogni e le necessità e dell’altra le offerte di aiuto. E poi cercano d’incrociarlo individuando la risposta migliore, fra quelle disponibili e possibili, per ciascuno. Attivatori e connettori di reti, insomma. E funziona. “Sino ad oggi abbiamo seguito 34 famiglie, 102 persone in tutto, oltre un terzo dei quali bambini a fronte di 87 persone che si sono rivolte allo sportello per offrire qualche forma di sostegno o, semplicemente per essere aggiornati sulle eventuali necessità e capire come rendersi utili – sintetizza il presidente provinciale delle Acli pisane Paolo Martinelli -. Più di tutti, e ancora prima delle necessità specifiche, emerge un comprensibile bisogno di orientamento: sull’iter burocratico da seguire subito dopo l’arrivo in Italia ma anche sulle pratiche e procedure per l’iscrizione scolastica dei figli. Poi ci sono anche i bisogni materiali: per quelli alimentari indirizziamo verso i servizi della Caritas mentre alle richieste di vestiario stiamo provvedendo grazie alla San Vincenzode ‘Paoli e alle disponibilità della rete di prossimità che ha risposto anche a richieste ludiche e sportive per i bambini eaccompagnamento.Attivando la rete di Ipsia Aclici siamo trovati a dare indicazioni anche ad una famiglia ucrainapurtroppo ancora bloccata a Novosofievkavicino Kherson in territorio sotto il controllo dell’esercito russo e che chiedeva aiuto per l’attivazione di corridoi umanitari”. Entrare a far parte della rete di prossimità o chiedere aiutoè semplice: basta chiamare o mandare un messaggio al 379.1813508 oppure inviare una mail a puntofamiglia.pisa@acli.it.

In parallelo prosegue anche  la ricerca di alloggi dedicati da segnalare ai canali istituzionali di accoglienza e la raccolta fondi a sostegno degli interventi di Acli Ipsia e della rete Caritas in Ucraina. I fondi destinati alla prima saranno per l’acquisto in loco di materiale medico sanitario, alimenti e generi di prima necessità per profughi al confine con l’Ucraina e per sostenere l’accoglienza nel centro Ipsia di Trento e in altre strutture d’Italia.  Per sostenere questi interventi l’iban è IT60C0760101600001051449377 (intestato a Istituto Pace Sviluppo Innovazione Acli-Ipsia, causale “Emergenza Ucraina”).In Ucraina, invece, sono tutt’ora attive Caritas Ucraina e Caritas Spes, espressione, rispettivamente, della chiesa greco-cattolica e della chiesa latina, in questi giorni terribili di bombardamenti e guerra ininterrotta, entrambe impegnate nell’accoglienza delle famiglie, nel trasporto verso luoghi più sicuri degli sfollati e nella gestione dei centri collettivi in cui dormire, mangiare e curare i bambini. Per sostenere questi interventi l’iban è IT60U0523214002000000012410 (intestato a Arcidiocesi di Pisa – Caritas diocesana di Pisa, causale “Ucraina’’).

Nella foto in copertina la consegna di materiale scolastico e indumenti per una famiglia che ne aveva fatto richiesta