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Scuola Superiore Sant’Anna e Maffi pensano le Rsa del 2050

L’esperienza della pandemia ha riportato all’attenzione pubblica, sociale e politica, l’importanza del “setting” (collocamento) residenziale della fragilità e della non autosufficienza. La complessità prodotta dal Covid-19 ha anche messo in evidenza come solo la ricerca di soluzioni diverse rispetto al normale agire quotidiano, abbia permesso in determinati contesti di trovare un nuovo modo efficiente di funzionare. Per questo motivo, sviluppare e incentivare la cultura del cambiamento e la consapevolezza delle responsabilità individuali e collettive significa innanzitutto investire sul capitale umano, coinvolgendo tutti i settori di un’organizzazione.

  Dopo sette mesi di formazione in aula e sul campo, si è concluso martedì 26 aprile a Pisa il Laboratorio di formazione manageriale per il middle management delle strutture sociosanitarie.Responsabile scientifica del progetto è Sara Barsanti, assistente di ricerca del Laboratorio MeS Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. “Il corso – dice Sara Barsanti – da adesso rientra nell’offerta formativa della Scuola Superiore Sant’Anna, poiché l’esperienza maturata in collaborazione con la Fondazione Casa Cardinale Maffi ha confermato l’importanza di partire dal coinvolgimento diretto delle risorse umane nei processi di cambiamento, non soltanto per migliorarne alcune competenze manageriali e organizzative, ma anche per ascoltare la voce degli operatori sia rispetto al presente che al futuro dell’organizzazione”.

  Il corso – laboratorio è stato disegnato per quelle realtà del terzo settore impegnate nel sociale e nella non autosufficienza e, per la prima volta, ha messo insieme operatori clinici-assistenziali e personale amministrativo per costruire una squadra che abbia il doppio punto di vista: prendersi cura dei fragili e farlo nel modo più efficiente e sostenibile possibile, sia in termini economici sia sociali. “Riunire in aula persone non soltanto con differenti professioni e formazione (ad esempio medici, assistenti sociali, infermieri, amministrativi), ma anche con responsabilità differenti ha permesso di rafforzare il senso di comunità attraverso un processo di ‘cross-fertilization’, capace di incrementare il bagaglio culturale dell’organizzazione e favorire un gioco di squadra consapevole ed efficace”.

  “Trentaquattro dei nostri operatori – sottolinea il presidente della Fondazione Maffi Franco Falorni – provenienti dalle 8 strutture gestite dalla Fondazione tra cui Residenze sociali assistenziali, Residenze sanitarie per disabili, centri di riabilitazione, residenze psichiatriche e per persone in stati vegetativi, sono state coinvolte in questo corso. La Fondazione da tempo è impegnata operativamente per trasformare il mestiere di chi si prende cura della fragilità in un’esperienza umana e di servizio: lavorare con sensibilità e passione significa prima di tutto dare centralità alla persona, alla professionalità, ma anche agli strumenti gestionali più avanzati come quelli che la Scuola Superiore Sant’Anna ha messo a disposizione dei nostri manager e dei nostri operatori”.

  “Questo corso è soltanto una tappa, una tappa molto importante, tra la Fondazione Casa Cardinale Maffi e l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna  conclude Andrea Piccaluga, direttore dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna, che fa anche parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione – esistono collaborazioni nel campo degli studi sulla valutazione delle Residenze sociali assistenziali, stiamo iniziando a lavorare anche sui temi dell’impatto economico e sociale della Maffi e di organizzazioni simili sul territorio e sull’innovazione nella cura delle persone fragili”.