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San Vincenzo de Paoli si interroga sul volontariato

“È trascorso davvero tanto tempo – dichiara Giancarlo Salamone, Coordinatore della Regione Toscana per la Società di San Vincenzo De Paoli – dall’ultima volta che ci siamo ritrovati tutti insieme”. L’occasione è l’incontro per la presentazione dei risultati della ricerca universitaria: “Volontari due volte, l’azione pro-sociale della Società di San Vincenzo De Paoli”, condotta dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, guidato dal Prof. Andrea Salvini. Mai, prima d’ora, era stata realizzata un’indagine su un campione tanto vasto di operatori di un’Associazione del Terzo Settore. Alla ricerca hanno partecipato più di 1.300 soci della Società di San Vincenzo De Paoli provenienti da ogni regione d’Italia. Dalle loro interviste sono emersi particolari estremamente interessanti che hanno permesso di comprendere meglio le dinamiche del volontariato, ma anche di scoprirne i punti di forza e, inevitabilmente, alcune debolezze.

L’analisi ha confermato l’esistenza di una forte vocazione alla base del servizio svolto nel sostegno e contrasto alle povertà, ma ha messo in luce anche molti aspetti critici comuni al volontariato d’ispirazione cattolica, alle dinamiche che lo attraversano, innescando una riflessione più ampia sul rapporto tra fede e volontariato organizzato, sulle trasformazioni in atto. Ed è proprio per dibattere su questi temi che, nel corso dell’evento, ci sarà un ampio momento di confronto dal quale emergeranno interessanti proposte per il futuro del volontariato in Toscana ed in Italia.

All’appuntamento di sabato 29 ottobre, che si terrà nella Sala Regina 1 dell’Euro Hotel Pisa di Viale Europa 6, Cascina, a partire dalle 9.30, parteciperanno S.E.R. Mons. Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo della Diocesi di Pisa; la Presidente della Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV Paola Da Ros; Monica Galdo, membro della Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV e Coordinatrice della Ricerca; il Prof. Andrea Salvini, ordinario di Sociologia Generale presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa; Giancarlo Salamone, Coordinatore Regionale Toscana per la Società di San Vincenzo De Paoli. Oltre a centinaia di volontari e membri dell’Associazione provenienti da ogni provincia della Toscana. 

Il Prof. Andrea Salvini

Andrea Salvini è professore ordinario di Sociologia Generale presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa ed è membro del Comitato Scientifico di Cesvot. È responsabile scientifico del Centro “Teorie e Metodi di Analisi delle Reti Sociali” dell’Università di Pisa. Suoi campi di ricerca sono il volontariato, i fenomeni religiosi, la partecipazione nelle comunità territoriali. 

La Società di San Vincenzo De Paoli

Con 800.000 soci ed oltre 2.000.000 di volontari, la Società di San Vincenzo De Paoli è una delle Associazioni più grandi del mondo. È presente in 148 nazioni ed ha una rappresentanza all’ONU di Ginevra, all’UNHCR e partecipa al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Sono più di 30.000.000 i poveri che aiutiamo nel mondo 

In Italia si contano più di 13.000 tra soci e volontari suddivisi in 999 gruppi operativi sul territorio denominati Conferenze. Cattolica ma laica, l’associazione si trova generalmente nelle parrocchie (ma non solo).

“Nessuna povertà è estranea alla San Vincenzo” si legge nel regolamento internazionale. Ed è proprio così: che si tratti di senza fissa dimora o di pensionati che faticano ad arrivare a fine mese, disoccupati, migranti e rifugiati, donne in difficoltà o minori, ammalati o carcerati, chiunque può trovare sostegno nella Società di San Vincenzo De Paoli. Ci occupiamo anche di intervento rapido in caso di calamità e perfino di adozioni a distanza. 

Il nostro è un incarnare il messaggio di “Chiesa in uscita” tanto caro a Papa Francesco. Siamo noi a recarci dal povero e non il viceversa. Questo ci aiuta ad entrare in una relazione paritetica, che non conosce vergogna o umiliazione, ma che aiuta le persone a crescere e rendersi indipendenti.

Serviens in spe è il nostro motto: al servizio nella speranza. Ed è questo che facciamo: offriamo, insieme al nostro aiuto ed alla nostra amicizia, buoni semi per costruire un futuro migliore.