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Sinistra Italiana, “Portiamo a Pisa la Carta dei Diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano”

Il primo ottobre 2022 scompare a Firenze Sebastian Galassi, rider di ventisei anni travolto da un SUV mentre faceva le consegne per Glovo.

Sebastian, studente, figlio di una generazione precaria e senza certezze, è l’ultimo di tanti altri casi in cui ci si infortuna, o peggio, si muore a causa delle conseguenze legate al lavoro precario, sottopagato e insicuro. 

Una tragedia che richiama tutti ad una profonda riflessione, su molti livelli.

E’ contro la dignità umana morire per la consegna di un panino, dietro il corrispettivo orario di 2,5 euro, secondo le tempistiche dettate da una decisione algoritmica.

Le piattaforme digitali della GIG economy organizzano il lavoro mediante algoritmi con il preciso obiettivo di riduzione dei tempi di consegna, che diventano sempre più stringenti.
Ed è noto che la ristrettezza dei tempi di processi di produzione alimenta il tasso di infortunio sui luoghi di lavoro.

Cosa hanno da dire le aziende di delivery food davanti a tragedie come queste?
A quanto pare in questo caso si sono affidate ad una risposta automatica; ci ha pensato l’algoritmo a licenziare il ragazzo, una volta deceduto.
Saranno le autorità giudiziarie a verificare le responsabilità penali connesse a questo gravissimo episodio.

La politica può invece lavorare sulla promozione di elevati standard di tutela e occupazionali nei settori di fragilità, come quello dei riders.

Nel 2021 la regione Toscana ha approvato una legge regionale con l’obiettivo di garantire ai lavoratori del settore dell’economia digitale una maggiore tutela e sicurezza della loro prestazione lavorativa resa tramite le piattaforme digitali legate alla GIG economy.

Anche i comuni possono essere promotori di dispositivi a favore dei rider.

La nostra idea è di generare a Pisa “La carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano”, nota come “Carta di Bologna sui riders”.

Il principio fondamentale è  “quello di stabilire che, al di là della qualificazione del rapporto giuridico, non si possa andare sotto degli standard minimi di tutela come l’obbligo di assicurazione nei confronti dei lavoratori e dei terzi, il diritto ad un compenso equo e dignitoso non inferiore ai minimi del CCNL, indennità aggiuntive per il lavoro notturno o per le condizioni meteorologiche sfavorevoli, la sospensione del servizio in caso di condizioni meteorologiche straordinarie tali da mettere a repentaglio la sicurezza e la salute dei lavoratori, il diritto di riunioni sindacali retribuite, gli obblighi di informazione, la tutela della privacy, il diritto di disconnessione”.

Dunque, anche gli Enti locali devono promuovere ogni iniziativa utile affinché tutti i riders del territorio possano  lavorare in condizioni di sicurezza, dietro uno stipendio equo, lontano dalle catene del rischio e dello sfruttamento.