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In Etiopia corso di formazione sulla gestione del cordone ombelicale e della placenta dopo il parto con l’utilizzo di un nuovo simulatore ad alta fedeltà

Lezioni al St. Luke College of Nursing and Midwifery di Wolisso, su iniziativa della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, nell’ambito di AfricaConnect, con il finanziamento del progetto PRISMA e la collaborazione di CUAMM – Medici con l’Africa

Un corso di formazione sulla gestione del cordone ombelicale e della placenta dopo il parto è stato organizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa al St. Luke College of Nursing and Midwifery di Wolisso, in Etiopia, nell’ambito delle attività di AfricaConnect, il progetto strategico per contribuire allo sviluppo inclusivo e sostenibile dell’enorme potenziale del continente africano.

Il corso, rivolto a studentesse e studenti del secondo anno di infermieristica e ostetricia, ha visto la partecipazione di Sabina Maglio, allieva di dottorato in BioRobotica, e di Amerigo Ferrari, allievo del dottorato in Medicina Traslazionale: entrambi hanno svolto l’attività di formazione grazie al coordinamento scientifico di Selene Tognarelli, in qualità di project manager. Il corso è stato finanziato all’interno del progetto PRISMA (PNRPRISMA21EP – Promoting Resilient, Inclusive and Safe CoMmunities in the Horn of Africa: in search of mutually beneficial solutions – PRISMA) ed è stato organizzato grazie alla collaborazione tra l’area di ricerca Surgical Robotics and Allied Technologies guidata da Arianna Menciassi, docente di Bioingegneria e Robotica Biomedica e il laboratorio MeS – Management e Sanità coordinato dalla Milena Vainieri, docente di Economia e Gestione delle Imprese. Questa attività è stata resa possibile anche grazie al rilevante aiuto dei medici di CUAMM – Medici con l’Africa che, insieme alla Chiesa Cattolica Etiope, gestiscono il St. Luke Catholic Hospital and College of Nursing and Midwifery.

Durante il corso è stato utilizzato un nuovo simulatore ad alta fedeltà, sviluppato all’interno del progetto PRISMA e, grazie ai materiali utilizzati e alle tecniche di fabbricazione, è in grado di replicare in maniera corretta l’anatomia e la sensazione tattile della struttura anatomica reale. Inoltre è possibile anche tagliare il simulatore a livello del cordone in modo da restituire in modo “reale” l’esperienza del taglio del vero cordone ombelicale, da operarsi dopo la nascita.

Dopo una prima fase di lezioni teoriche, i partecipanti al corso sono stati divisi in gruppi e hanno potuto mettere in pratica le nozioni con sessioni pratiche su tre tipologie di simulatori: il nuovo simulatore sviluppato, un simulatore commerciale e la reale placenta. La prova finale, per valutare le competenze acquisite, è stata condotta utilizzando il nuovo simulatore su possibili casi di routine clinica.

L’obiettivo del corso, oltre alla formazione delle studentesse e degli studenti, è stato anche quello di validare il nuovo simulatore utilizzando scale assai utilizzate in letteratura, come il TAM (Technology Acceptance Model), valutando la facilità d’uso e l’utilità del nuovo dispositivo e le eventuali differenze percepite dai partecipanti nell’utilizzo degli altri simulatori e del simulatore nuovo.