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Fornacette, la scomparsa di Iria Parlanti: una comunità in lutto

Nella prima mattina di Venerdì 8 Settembre è scomparsa nella sua casa, a Fornacette, Iria Parlanti.

Ci sono persone che per il loro straordinario carisma, la loro innata forza di volontà, la loro irrefrenabile voglia di fare, il loro contagiante entusiasmo, la loro mai banale semplicità, la loro verace schiettezza, il loro naturale altruismo, la loro sconfinata generosità lasciano un segno indelebile quando se ne vanno.

Iria era una di queste persone, anzi molto probabilmente era la persona che meglio di chiunque altra incarnava tutte queste qualità.

Per questo la sua scomparsa lascia un vuoto difficile da colmare, una piccola voragine che porta via con sé ricordi, gesti, esperienze di enorme valore per tutta la nostra comunità.

Con la fitta rete di amicizie, relazioni, incontri che è riuscita a tessere nel corso della sua vita, ha creato un’enorme maglia di solidarietà che ha abbracciato tutta Italia ed è riuscita perfino ad avvolgere anche località situate dall’altra parte del Mediterranneo lungo il continente africano.

Con ago e filo si può pazientemente cercare di rammendare il Mondo, mettere piccole toppe ai disastri causati da calamità naturali, ricucire le ferite di un tessuto sociale che rischia di lacerarsi. E’ quello che Iria con quel manipolo di donne coraggiose della Sartoria della Solidarietà hanno cercato di fare in tutti questi anni.

Un lavoro lungo una vita che ha dato i suoi frutti, che emoziona, che è in grado di smuovere quell’enorme ondata di affetto, cordoglio e amore che sta travolgendo Mauro e tutta la famiglia di Iria in queste ore.

88 anni non si possono condensare in poche righe. Sarebbe ingiusto, superficiale, mortificante. Soprattutto se parliamo di quelli di una donna effervescente, vulcanica e capace di dare gambe alle proprie idee come Iria.

Per cui dipaniamo la trama partendo dalla fine, da una malattia che colpisce il corpo, ma non la mente, dal pensiero nato quasi per caso di scrivere un libro. Dalle prime parole che escono dalla penna quasi timidamente e dalle altre che si riversano come un fiume in piena sulla carta.

La storia si dipana. Quel gomitolo di ricordi, situazioni, intuizioni ed emozioni si srotola pian piano fino a restare filo che unisce le varie fasi della vita. Un ricamo fatto stavolta di frasi, aggettivi, intenzioni che fissa momenti, ferma il tempo, confeziona il vestito che ci si è cuciti addosso giorno dopo giorno.

Una storia cucita a mano.

Che non a caso è anche il sottotitolo del libro “La Sartoria della Solidarietà” che Iria ha finito di scrivere poco prima di compiere 88 anni e che ha voluto con tenacia, coraggio e perseveranza promuovere fino all’ultimo dei suoi giorni.
Due presentazioni, una fatta a Calcinaia e una a La Rotta quando la malattia l’aveva già fortemente indebolita. Ma la convinzione che era doveroso resistere perché tutto il ricavato delle offerte ottenute dal libro sarebbe stato devoluto in solidarietà.
E come spesso è accaduto nella sua vita i propositi sono diventati realtà con 4000 € donati all’AIRC e 400 € devoluti all’Associazione Non più Sola.

Poi le sue ultime volontà, quelle che ci ha chiesto di condividere con tutta la nostra comunità, ovvero di continuare attraverso il libro a raccogliere fondi da destinare all’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze.

Perché far del bene agli altri per Iria era una missione che, grazie alla Sartoria della Solidarietà, è riuscita a compiere. Una missione che non avrà mai fine e che, come ci ha ammonito, deve continuare anche senza di lei.

“Per i soldi che faremo d’ora in avanti, spero di arrivare a 1000 € per darli al Meyer (ospedale pediatrico). Tra questi soldi voglio metterci anche tutti quelli che potrebbero essere sprecati per i fiori al mio funerale. Sia quelli che avrebbero comprato i miei familiari, sia i fiori che avrebbero acquistato le altre persone. Per esempio se uno intende portare una rosa, invece lascia un’offerta, se è piccola la mette nella cassetta, se supera i 10 euro invece gli possiamo lasciare un libro, così lo regala a qaulcun altro”.

Queste sono alcune delle ultime parole scritte da Iria, che ne ha spese altre anche per salutare il suo compagno di una vita, Mauro.

“Ricordate sempre chi è stato Mauro. Tutta la vita è stata spesa per aiutare gli altri. Ho imparato molto da lui”
E poi il dispiacere per avergli causato problemi durante la malattia, così come quello di aver recato “trambusto” alla sua famiglia che è “stata eccezionale e mi è sempre stata vicina tutto il tempo”.

Il libro di Iria è il “suo testamento”, quello di una persona unica, eccezionale, straordinaria che ha fatto tanto per la nostra comunità con il solo scopo di vederla crescere nel rispetto dei bisogni altrui. Un esempio da cui tutti dovremmo attingere.

Un grande abbraccio e le più sincere e sentite condoglianze da parte di tutta l’Amministrazione Comunale e dei suoi dipendenti a Mauro, ai figli Carlo e Sergio e a tutta la loro famiglia.