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Aquilani, tante idee per una squadra non sua. Che fare adesso?

Mentre il tifo organizzato si carica sulle spalle una lunga trasferta organizzata in pochi giorni per via della querelle biglietti, non facendo mancare il supporto alla squadra per tutti i 100‘ di gara, la società ancora latita nelle risposte richieste. Quest’ultima preferisce caricare interviste sui social dei propri tesserati evitando di dare risposte a chi si è stancato di trovare in casa propria difficoltà nell’accedere all’impianto sportivo. Sul campo la squadra invece fatica nell’ottenere i risultati richiesti.

Dove sta il problema? Confermiamo la visione della scorsa settimana. Manca il punto di incontro tra una rosa costruita negli anni, con grossi investimenti soprattutto sugli ingaggi, e le idee di un allenatore giovane e moderno che in qualche modo cerca di seguire le orme dei santoni che negli ultimi anni hanno rivoluzionato il gioco del calcio. 20 milioni di euro di ingaggi per una squadra che rischia di essere risucchiata nella lotta per la salvezza sono, non solo uno spreco, ma un vero fallimento del progetto sportivo. Fallimento del progetto tecnico, quindi di Aquilani? No. Aquilani da quando ha deciso di intraprendere questa carriera è parso da subito un predestinato, e a Pisa sta cercando di mettere in atto le sue idee. Probabilmente ha dinnanzi a lui una lunga carriera piena di successi, ma al momento sembra di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Ad oggi il Pisa di Aquilani ha fatto vedere sprazzi di gioco, con giro di palla incessante, possesso spesso anche doppio rispetto all’avversario ma buchi in difesa e troppa sterilità in avanti. Il secondo gol segnato al Sudtirol, assieme all’azione che a Venezia ha portato il rigore a favore dei nerazzurri dopo tre minuti, sono da cineteca; cose da far vedere nelle scuole calcio. E assieme a queste reti vanno inseriti gli sprazzi di gara con il Parma, in particolare il secondo tempo, con il Lecco e anche la partita di esordio con la Sampdoria. Allora, cosa non va? Con Aquilani tutti i giocatori che stanno emergendo sono i più giovani, molti dei quali ad agosto sembravano pure in partenza, quelli che era abituato ad allenare fino alla scorsa stagione. Mentre sta mancando il supporto dei più esperti. Tra le sorprese più liete c’è l’ormai costante Piccinini, che doveva andare a giocare in Serie C, ma pure Lisandru Tramoni, che l’ultimo giorno di mercato era stato ceduto al Bastia. Per non parlare di colui a cui ha disegnato un ruolo ispirato dal Manchester di Guardiola, Esteves. Il portoghese, scostante l’anno passato e vittima di troppi infortuni, aveva un riscatto troppo alto per tornare a Pisa. Ma grazie all’insistenza proprio del Mister romano il Pisa quest’estate ha deciso di riportarlo a San Piero. E ieri, nella sfortunata trasferta di Catanzaro è stato a detta di tutti i tifosi l’unico a salvarsi nel Pisa. Già D’Angelo l’anno scorso aveva intuito in lui doti particolari, da schierarlo un paio di volte da mezzala. Aquilani è andato oltre, disegnandogli addosso un ruolo alla “John Stones” nel City di Guardiola. Il terzino inglese, secondo i dettami di Guardiola, spesso si sposta al centro impostando l’azione accanto al mediano. Ultimamente vediamo sempre di più farlo anche ad Esteves; cosa che non faceva Barbieri titolare in fascia destra nelle prime gare. Da un’azione di questo tipo è partito il gol del vantaggio a Bolzano e ieri ha provato più volte a ripetersi. Non è un caso che si sia ritrovato in questa posizione soprattutto quando il Pisa ha rinunciato al play.

Il nuovo ruolo di Esteves è solo un esempio per mostrare le idee di Aquilani, che senz’altro ha. Ma il Pisa purtroppo non può permettersi di essere un esperimento su cui lavorare e crescere negli anni futuri, perché la Serie B è un campionato complicatissimo e se sbagli la stagione retrocedi all’inferno. Anche De Zerbi, che adesso insegna calcio in Premier League ed è molto amico di Aquilani, esordì come allenatore con una retrocessione dalla Serie D all’Eccellenza con il Darfo Boario.

Chi gestisce il progetto tecnico del Pisa nelle prossime settimane deve capire che strada intraprendere e alla svelta. Perché il girone di andata sta per terminare e il mercato di riparazione è già in fermento. Le strade da percorrere ormai sono solo due. Far quadrato attorno al progetto tecnico e a gennaio rivoluzionargli la squadra, dandogli più uomini possibili adatti al suo modo di giocare, ma soprattutto già pronti, perché non è più permesso sbagliare. O rinunciare al progetto Aquilani, accettando di averlo coinvolto nel momento sbagliato e far affidamento ai giocatori di esperienza, consegnando la guida tecnica a chi ha già ottenuto successi in categoria e che possa far sfruttare al meglio l’enorme potenzialità tecnico di questa ampia rosa. Che con un girone intero da disputare può risalire tranquillamente la classifica. Una via di mezzo, che pare la strada più ricercata da chi gestisce il Pisa in questo momento, non c’è e bisogna rendersene conto subito.