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Pisa, una svolta tecnica che tarda a venire

Tralasciando i problemi strutturali, per cui la tifoseria organizzata si è mossa in maniera decisa e tutta la città si aspetta risposte dalla società al più presto, il campionato del Pisa continua tra alti e bassi senza scossoni rilevanti.

Ormai ci avviamo alla fine del girone di andata e ancora si attende una svolta decisiva in campo che purtroppo non avviene. Sono ormai troppe le giornate in cui il lunedì successivo alla gara si parla in città di piccoli passi in avanti, poi magari succeduti nella settimana dopo da “piccoli passi indietro“. Al momento in campo il Pisa è questo: una squadra che vorrebbe spaccare il mondo ma alla fine esprime poco o nulla. In 15 giornate sono state solo 4 le vittorie mentre le reti segnate sono 14, meno di una a gara. Troppo poco per una squadra che ha a disposizione una grande varietà di attaccanti di valore per la categoria. Ormai diventa stucchevole anche attaccarsi alla sfortuna dei troppi infortuni, e poi diciamocelo: è veramente sfortuna subire cosi tanti infortuni o forse un errore di preparazione fisica?

E allora, dove sta la colpa di questa mancanza di scossa in campo? La società quest’estate ha fatto una scelta chiara sulla guida tecnica, cambiando completamente affidandosi ad un tecnico giovane, emergente, con idee innovative sul filone della “scuola di De Zerbi“. Aquilani ha accettato questa scelta di entrare nel calcio dei grandi in una piazza ambiziosa, ricca – che fa lavorare con serenità, non dimentichiamo mai – accettando una rosa di 47 giocatori da sfoltire. Pare evidente che i problemi del Pisa nascono da qua. Da quel punto di incontro su quel che era il Pisa prima dell’avvento del Mister romano e quel che vorrebbe che fosse il Pisa di Aquilani. Il mercato per forza di cose non ha portato ad accontentare il suo mister completamente, nonostante i grossi sforzi del due Giovanni Corrado – Stefano Stefanelli e il Mister ha dovuto accontentarsi di lavorare su un gruppo non completamente suo. Forse per vedere una squadra al 100% ad immagine e somiglianza di Mister Aquilani ci vorranno quanto meno altre due fasi di calciomercato – quello di gennaio 2024, ma pure quello della prossima estate – quindi: che fare fino ad allora? Aspettare ed accontentarsi di un campionato mediocre? Anche questo va ammesso appare uno spreco vedendo il monte ingaggi del Pisa, che supera i 20 milioni di euro. Solo poche squadre in categoria possono permettersi di spendere tali cifre e farlo per un campionato mediocre di metà classifica non pare un ottimo investimento. Se lo staff tecnico non riesce a sfruttare al meglio una rosa ricca di talento come quella nerazzurra è forse il caso di cambiare guida? Altri in categoria hanno fatto questa scelta. Giusto ieri il Sudtirol, che non ha guardato in faccia Bisoli, autore di un vero miracolo nello scorso campionato o il Como la scorsa settimana, che in faccia ai buoni risultati ha preferito cacciare Longo in cerca di un gioco più entusiasmante nel rettangolo verde.

L’esempio di queste scelte l’ha dato in qualche modo l’islandese Hermannsson sabato contro la Cremonese. Sceso in campo al 15′ del primo tempo solo per …mancanza di alternative nel suo ruolo. Con l’infortunio accaduto a Calabresi a gara in corso, succeduto a quello di Leverbe nella rifinitura del venerdì aggiunto al lungodegente Caracciolo, non c’erano più difensori a disposizione. L’islandese è sceso in campo giocando una buona gara in linea con le sue caratteristiche: marcatura sull’uomo, giocando sull’anticipo e ricorrendo al lancio lungo. Ben distante da quel che richiede il calcio moderno di Aquilani, che preferisce chi imposta dal basso come invece fa Leverbe. Ma se al materiale umano che hai a disposizione chiedi ciò che sanno fare meglio i risultati si vedono. Sabato contro la corazzata Cremonese si è visto un Pisa più solido a centrocampo, affidandosi alla corsa del duo MarinPiccinini, ma d’altra parte s’è sentita la mancanza della qualità di un play davanti alla difesa che illuminasse la squadra in fase offensiva. Avendo il Pisa in rosa tre play di gran valore, non solo in categoria, ma anche di rango internazionale, non è forse il caso di rivedere il centrocampo tornare a giocare a tre con un Veloso (o Nagy, che ha trascinato la sua nazionale alle qualificazioni europee segnando un gol e fornendo un assist al trequartista del Liverpool Szoboszlai nell’ultima gara) protetto da due mediani di corsa ? Infine l’attacco. 14 reti in 15 gare sono veramente troppo poche. Moreo spesso criticato dai tifosi pare un giocatore molto generoso, che spesso arretra per dare una mano ai compagni, ma lasciando vuoto lo spazio al centro. Anche in questo caso, visti i numerosi giocatori di qualità di cui dispone la squadra nerazzurra, perché non provare a mettere due attaccanti vicini in area supportati da un trequartista?

Il materiale umano a disposizione dello staff tecnico pare ampio e di qualità, ma non completamente sfruttato. Spendere tutti quei soldi per l’ingaggio di 30 giocatori così e non vedere risultati soddisfacenti sul campo pare uno spreco enorme anche per un magnate come Knaster. Adesso sta a chi gestisce l’Area Tecnica del Pisa Sporting Club capire cosa aspettarsi da questa stagione. Conoscendoli difficilmente si allontaneranno dalla scelta tecnica fatta questa estate ma è lecito chiedere di più.