Physical Address

304 North Cardinal St.
Dorchester Center, MA 02124

Pisa, priorità tutelare la categoria onorando la maglia!

Dopo la sconfitta casalinga contro lo Spezia le speranze di poter guardare con ottimismo a questo 2024, affrontando il girone di ritorno con ambizioni di play-off, si affievoliscono e aumenta la paura. Il campionato è giunto ormai alla ventiduesima giornata e i numeri sono avvilenti per la truppa guidata da Mister Aquilani. Sono 6 le vittorie a fronte di 8 pareggi e 8 sconfitte. Ancora più sconvolgente è l’andamento in casa della squadra nerazzurra, solo 2 vittorie con 5 pareggi e 4 sconfitte; forse il peggior rendimento della storia fino a qui in quel che una volta era il Catino dell’Arena.

Come siamo arrivati a questo punto? La squadra continua ad affrontare le partite senza un vero filo logico, ad ogni partita non si sa mai cosa aspettarsi. E adesso il tutto è circondato da un silenzio assordante da parte della società. Fin quando l’allenatore parlava il mantra che ripeteva ad ogni fine gara era abbastanza monotono e ripetitivo: “…la squadra ha bisogno di prendere uno schiaffo per reagire…” e “…dobbiamo lavorare di più!” le frasi uscite dalle varie interviste con più frequenza. Se è vero che la squadra reagisce sempre dopo “uno schiaffo” va anche analizzato come. Non è mai merito degli uomini ma della mentalità. Perché se in una gara è merito di Torregrossa e Arena subentrati, la volta successiva quest’ultimi partono titolari, non incidono, e sono i loro sostituti a cercare l’inerzia per cambiare la gara in corsa. Cosa incide allora in questa (mini) svolta? Semplicemente si arriva sempre ad un punto della gara in cui il mister inserisce tutti i giocatori possibili con doti offensive che ha in panchina e li invita a fare quel che sanno fare meglio, all’arrembaggio, tentando il tutto per tutto: praticamente quando saltano gli schemi e le idee dell’allenatore. D’altra parte stupisce il richiamo a “lavorare di più” quando da inizio campionato il programma degli allenamenti della squadra non è mai cambiato: cinque giorni di allenamento alternando un giorno la mattina e un giorno il pomeriggio senza MAI una giornata con doppia seduta (come fanno le nostre avversarie, a volte anche più di una volta a settimana): quindi in che occasione bisogna ricorrere ad una maggiore dose di lavoro?

In tutto questo la società tace. L’unico intervento è stato quello del Presidente Giuseppe Corrado in un’intervista televisiva rilasciata ad inizio mese. In quell’intervista il Presidente ha ribadito la piena fiducia nel progetto tecnico, la piena fiducia nei giocatori scelti – pronti a cambiarli solo prendendone migliori di quelli attuali – e la piena fiducia in chi gestisce l’Area Tecnica. Ma ad oggi i risultati sul campo rasentano il totale fallimento. Il Pisa per sua fortuna ha sempre sfiorato la zona play-out, ma più per demeriti altrui piuttosto che per il proprio impegno. Quello attuale sembra il campionato più scarso da quando ci siamo ri-affacciati nella serie cadetta. Il Parma che si avvia a vincere il campionato pare inferiore al Pisa che due anni fa perse la finale play-off con il Monza e, paradossalmente, la rosa attuale della squadra nerazzurra è qualitativamente superiore a quel Pisa. Questa società non viene minimamente criticata per l’impegno e gli investimenti fatti. Ci troviamo difronte alla miglior società degli ultimi trent’anni, quella che ogni tifoso pisano ha sognato nei momenti più bui. Una società che ha messo al centro il Marchio Pisa, pronta a farne un marchio internazionale, che ha investito molto sul settore giovanile (con buonissimi risultati che ogni anno migliorano) e che ha imbastito progetti strutturali – rallentati dalla burocrazia – che altri nemmeno hanno provato a nominare. Ma il calcio è unAzienda Atipica dove tutto ruota attorno ai risultati sul campo della prima squadra e se questa sbaglia stagione crolla tutto come un castello di carte. Giovanni Corrado è spesso tirato in ballo dai tifosi come unico responsabile di ogni errore della società nerazzurra. Va ammesso invece che Giovanni, venuto a Pisa che era poco più che un ragazzino, ha messo negli anni passione e studio per evolvere nel suo ruolo portando buoni risultati. Ma i risultati possono migliorare ancora ammettendo i proprio errori. Nel calcio, così come in ogni lavoro, si può sbagliare scelte. Sbagliano Direttori di grande esperienza come Giuntoli e Marrotta, può sbagliare anche Giovanni. Ma bisogna avere la lucidità e la capacità di ammettere i propri errori e tornare sui propri passi, mettendo da parte l’orgoglio a costo di rimetterci anche economicamente. Sullo sfondo invece si trova chi detiene il 75% delle quote nerazzurre: Alexander Knaster. Pare più una figura mitologica, apparsa a Pisa il 20 gennaio 2021, ma di cui non conosciamo la voce, se non per tre parole rilasciate durante l’ultimo ritiro estivo. Che idee si è fatto il nostro magnate sull’attuale situazione? L’unica cosa che sappiamo, giunta dalle parole del Presidente Corrado, è che sia abbastanza stupito dai rallentamenti burocratici sui lavori strutturali, provenendo da un paese dove questi lavori vengono svolti in maniera molto più celere.

Ad ogni giornata la classifica in basso si sta accorciando e con l’avvicinarsi della primavera le squadre con l’acqua alla gola, abituate a situazioni di classifica disastrose, iniziano a giocare con il coltello tra i denti e a fare risultati. Il Pisa non ha una rosa con queste caratteristiche e deve far di tutto per tirarsi fuori da questa situazione per evitare che gli episodi sfortunati possano condannarli ad esiti che non vogliamo nemmeno nominare. La categoria va difesa ad ogni costo e, visti gli investimenti economici e il potenziale tecnico, è già uno spreco ottenere una tranquilla salvezza quest’anno. Sono mesi che la squadra latita in un limbo di inefficienza ed ogni giornata che passa è una giornata buttata via per dare la svolta. Questo immobilismo ricorda la barzelletta dell’uomo che cadde da un grattacielo di cento piani e ad ogni piano la sua reazione era: “…per ora va bene … per ora va bene …“.

Infine non possiamo non parlare della situazione che dovrebbe stare più a cuore a TUTTI i tifosi nerazzurri: la protesta dei ragazzi dei gruppi organizzati, che invece ha fatto storcere la bocca e parlare a sproposito più parti. Nel Comunicato uscito in settimana a firma Curva Nord si è fatto giustamente riferimento alla gara Pisa-Monza dei play-off. Dobbiamo ricordare per onestà che in quella gara circa il 55% dei tifosi presenti all’Arena Garibaldi era sprovvisto di biglietto! Ma quel giorno a Pisa si giocava uno spareggio per la Serie A, con gli occhi sportivi di tutta Italia proiettati su Via Rosmini e molti si son fatti belli dell’impatto visivo che dava un’Arena straboccante. La verità è che i presenti sugli spalti hanno vissuto la gara sul chi va là consapevoli che ormai quei gradoni sono solo un rudere non più in grado di accogliere eventi di questo tipo. Sarebbe bastato un piccolo incidente per far passare l’evento sportivo in tragedia. Ma in questi eventi sono proprio i ragazzi dei gruppi organizzati che si sacrificano sempre controllando la situazione, mediando tra i presenti a far si che tutto proceda nella massima sicurezza “dei clienti” della società. Oggi invece si demonizza l’accesso allo stadio per paura che qualche decina di persone entrino sprovvisti di biglietto. Questo ha reso l’ingresso all’impianto sportivo una sorta di frontiera dove si viene rimbalzati come dei potenziali terroristi. Questa situazione per il bene di tutti gli appassionati che amano passare un paio d’ore in compagnia di amici in sicurezza non può più andare avanti, i vari responsabili dell’impianto cittadino devono muoversi a risolverla per il bene della città. E a chi ha incolpato per la sconfitta con lo Spezia la mancanza del tifo organizzato ricordiamo che, nonostante la “bolgia“, il Pisa quel giorno con il Monza non andò in Serie A.