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Al Verdi il Tango delle Capinere di Emma Dante

 Con il Tango delle Capinere la regista Emma Dante porta sul palco del Verdi la storia, anzi la danza della vita di due innamorati. 

Settimo titolo della Stagione di Prosa 23/24, organizzata dalla Fondazione Teatro di Pisa in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo, Il Tango delle Capinere sarà in scena domenica 18 alle 21. Info e biglietti 050.941111.

Scritto e diretto da Emma Dante, i protagonisti di questo travolgente mosaico dei ricordi che rende più sopportabile la solitudine di una donna giunta nell’ultima fase della vita, sono Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco

La storia: Una vecchia donna, china su un baule aperto, cerca qualcosa. Si sente una musica e, da un altro baule, compare un vecchio uomo. L’uomo guarda la donna e le sorride con amore. Indossa un vecchio abito da cerimonia liso dal tempo. Si avvicina a lei. L’abbraccia. La donna appoggia la testa sulla sua spalla. Ballano. L’uomo le fa una carezza. Si baciano. Lei lo tiene dal braccio per non fargli perdere l’equilibrio. L’uomo prova piacere. Anche la donna prova piacere, si soffia il naso, si gratta la coscia. L’uomo estrae dalla giacca un orologio da taschino: meno cinque… meno quattro… meno tre… meno due… meno uno… e al rintocco della mezzanotte l’uomo fa scoppiare un piccolo petardo. Si baciano. E lui estrae dalla tasca una manciata di coriandoli. Li lancia in aria, festoso. L’uomo guarda la donna. Buon anno, amore mio! La donna estrae dal baule un velo da sposa, poi ruota la manovella di un piccolo carillon. L’uomo e la donna adesso sono più giovani, inforcano gli occhiali e riprendono a ballare. Sulle note di vecchie canzoni l’uomo e la donna festeggiano l’arrivo del nuovo anno ballando a ritroso la loro storia d’amore.

Il tango delle capinere è la danza della vita di due innamorati. È l’approfondimento di uno studio, Ballarini, che faceva parte della Trilogia degli occhiali. In questa occasione Il tango delle capinere diventa uno spettacolo a sé stante che, componendo il mosaico dei ricordi, rende più sopportabile la solitudine di una donna giunta nell’ultima fase della vita.