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Fauglia, pervenuta al comune una nuova istanza per l’impianto di accumulo di Acciaiolo

Ieri mattina, durante la seduta ordinaria della Giunta comunale, abbiamo appreso dal responsabile dell’Ufficio Tecnico, arch. Dario Barabino, tramite informativa scritta, che è stata depositata a cura della Società RNE 10 srl, una documentazione contenente due tavole.

Tale documentazione, consistente in una mappa catastale e una aero-fotogrammetria, è stata depositata a mano, in riferimento a quanto indicato nella documentazione acquisita con prot. n.2521 del 27/03/2024.

Con la stessa nota ci viene comunicata la presentazione di istanza alla realizzazione di un ulteriore impianto propedeutica all’avvio del procedimento.

Dalla visione delle tavole si è potuto rilevare, infatti, la presenza di un altro impianto di accumulo, oltre a quello già autorizzato da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica alla Società FRV, nelle vicinanze di quest’ultimo.

Ciò significa che all’impianto di accumulo già autorizzato dal Mase ad Acciaiolo attraverso un’apposita AU (Autorizzazione Unica), qualificata dallo stesso Ministero d’interesse strategico nazionale, se ne aggiungerà un altro di medesima potenza per un totale di 101,75 megawatt di accumulo e un’estensione pari a 5 ettari circa. Le batterie saranno alimentate da pannelli fotovoltaici che occuperanno altro suolo collinare.

In sostanza il paesaggio delle colline faugliesi e l’equilibrio ambientale del territorio ne usciranno fortemente compromessi. Di fronte a questa prospettiva l’Amministrazione Comunale di Fauglia si ribella, chiedendo fin da subito al Ministero dell’Ambiente e della Sostenibilità Ambientale di revocare le autorizzazioni concesse e, alle aziende, di individuare una diversa localizzazione per gli impianti di accumulo energetico.

L’architetto Dario Barabino, nuovo responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Fauglia, ha affermato che “i due impianti ripropongono con forza il tema della scelta delle ubicazioni. Tali scelte sono di pertinenza esclusiva del Mase; le politiche di localizzazione di suddetti impianti non sono oggetto di concertazione con le Regioni e i Comuni, ma frutto della libera iniziativa dei privati. Ciò provoca squilibri paesaggistici, ambientali e di consumo del territorio fra le varie regioni. I Comuni, come nel caso di Fauglia, sono del tutto esautorati dalla scelta delle localizzazioni”.