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Palazzo Blu: domani apre la mostra ‘Manuele Fior. Viaggio a colori’

Le tavole originali realizzate per alcune delle opere più conosciute di Manuele Fior, illustratore oggi tra i maggiormente apprezzati sulla scena internazionale, sono il cuore della mostra ‘Manuele Fior. Viaggio a colori’, a cura di Giorgio Bacci, che viene inaugurata a Palazzo Blu di Pisa il 19 aprile e apre al pubblico il 20 aprile 2024.

Manuele Fior (Cesena, 25 aprile 1975), dotato di una fine sensibilità grafica e di una potenza coloristica che lo rendono immediatamente riconoscibile, lavora per importanti editori italiani e internazionali (in Italia è pubblicato da Edizioni EL, Feltrinelli, Einaudi, Oblomov, Coconino Press), e le sue illustrazioni compaiono su periodici e quotidiani italiani ed esteri («la Repubblica», «Internazionale», «Il Sole 24 Ore», «Vanity Fair», «The New Yorker», «Le Monde»).

Come ricorda Fior stesso in L’ora dei miraggi, volume che raccoglie i suoi lavori di illustrazione, la passione per il disegno lo ha accompagnato fin da bambino, quando ha iniziato «copiando i personaggi dei cartoni animati dalla televisione»[1], per poi continuare «sui diari dei compagni di scuola, sui banchi, sulle maglie, per il giornale della parrocchia, per editori americani […], per chiunque me l’abbia chiesto»[2]. Un talento innato, coltivato con cura negli anni dall’artista che, prima di essere autore di fumetti e illustrazioni a tempo pieno, si è laureato in architettura all’Università Iuav a Venezia, ha lavorato per qualche tempo come architetto e ha percorso in lungo e in largo l’Europa (Oslo, Berlino, Parigi), prima di tornare a Venezia, dove attualmente risiede.

La dimensione del viaggio, unita a quella di una malinconica nostalgia sfuggente, è dunque costitutiva delle opere dell’autore che ha vissuto appieno il boom della “generazione Erasmus” degli anni Novanta del secolo scorso, un tema che infatti ritorna e riaffiora nelle narrazioni come un fil rouge declinato in modi e colori diversi.

Lo strepitoso “viaggio a colori” per luoghi, città, spazi reali e sognati, che il visitatore avrà modo di condurre nelle sale di Palazzo Blu, secondo un percorso circolare che, partendo da Cinquemila chilometri al secondo, arriverà a Hypericon dopo L’intervista e Celestia, è un viaggio che lo spettatore affronterà avendo la possibilità di ammirare le tavole originali, contraddistinte da una notevole varietà tecnica. Come ricorda Fior: «Ho disegnato con le squadrette, il teodolite, il computer, le tempere e il carboncino. L’ho fatto nel deserto, sottoterra, in un cimitero, in cima a una rovina romana, nel coro della cattedrale di Trondheim»[3].

Quella dipinta da Fior è una galassia complessa e articolata, ricca di riferimenti musicali che scandiscono ritmicamente le storie, suggerendo tempi di visione e lettura: Annette Peacock (We belong to a world that’s destroying itself), Manu Chao (Clandestino) e la controcultura punk berlinese in Hypericon, Federico Fiumani (con Elena citata nell’occhiello di apertura), Jefferson Airplane (3/5 of a Mile in 10 Seconds), Beach Boys, Joni Mitchell (Blue) in Cinquemila chilometri al secondo, Serge Gainsbourg (Histoire de Melodie Nelson) in L’intervista.

Fior immerge il lettore, attraverso accensioni coloristiche e stilettate grafiche, nell’inconscio collettivo (è evidente lo studio di Freud e Jung), filtrato da scrittori e intellettuali che, opportunamente riportati negli occhielli dei libri, sfruttano il margine come dimensione estetica: è così che vengono citati Paul Delvaux (in Hypericon), Iosif Brodskij (Fondamenta degli incurabili in Celestia/volume primo), Pier Paolo Pasolini (Profezia in Celestia/volume secondo), ma anche, forzando la dimensione appena delineata, il Faust di Johann Wolfgang von Goethe (Rosso Oltremare). La costruzione visiva dei libri di Fior è attentamente calibrata, riuscendo a coniugare la passione per il cinema (da Steven Spielberg a François Truffaut e, soprattutto, Michelangelo Antonioni) con quella per la pittura e il fumetto (Winsor McCay, Picasso, Rothko).

Emanuel Fior ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui gli ambitissimi Attilio Micheluzzi (a Napoli Comicon nel 2007 per Rosso oltremare e nel 2010 per Cinquemila chilometri al secondo e di nuovo nel 2023 come migliore sceneggiatura per Hypericon), Fauve d’Or come Miglior Album (al Festival Internazionale di Angoulême nel 2010) e Gran Guinigi per Autore unico (a Lucca Comics nel 2010), questi ultimi due per Cinquemila chilometri al secondo.

“La mostra, attraverso oltre cento tavole originali, permette di entrare nell’universo creativo di Manuele Fior – spiega Giorgio Bacci, curatore della mostra – Un meraviglioso laboratorio in cui nascono galassie fantastiche e colorate, finemente ritmate come spartiti musicali che parlano a tutti, affrontando temi universali: i sogni e le ingenuità, le aspettative e la fiducia nel futuro dei più giovani, la faticosa ricerca di un’identità personale, le disilluse realtà dell’età adulta”.

“In primavera ed estate sono stati presenti a Palazzo Blu molti noti e importanti artisti grafici con le loro illustrazioni, i loro manifesti e i loro fumetti; quest’anno è la volta delle graphic novels di Manuele Fior – commenta Cosimo Bracci Torsi, presidente di Palazzo Blu – Sul filo della propria fantasia e di una ispirazione che va dal cinema di Spielberg all’espressionismo di Rothko, con la leggerezza del segno e l’originalità del colore Fior crea immagini di grande eleganza e suggestione”.

La mostra è accompagnata da un catalogo dal titolo ‘Manuele Fior. Viaggio a colori’ edito da Felici Editore.

La mostra ‘Manuele Fior. Viaggio a colori’ è realizzata da Palazzo Blu, con il sostegno della Fondazione Pisa. Per info palazzoblu.it