Uscita dalla SdS, La città delle persone: “Vogliamo certezze su programmazione, risorse e personale del settore Sociale e Disabilità. A rischio i servizi per i cittadini”

In seguito alla decisione dell’Amministrazione Conti di uscire dalla Società della Salute e gestire in autonomia i servizi sociali, il gruppo consiliare La città delle persone ha presentato un ordine del giorno per chiedere chiarezza, programmazione e risorse certe per la nuova Direzione “Sociale – Disabilità”.
“La riorganizzazione annunciata dalla Giunta – dichiarano i consiglieri Emilia Lacroce e Paolo Martinelli – rischia di rimanere un guscio vuoto. Ad oggi, non esiste una struttura adeguata né sul piano del personale né su quello finanziario per garantire la continuità e la qualità dei servizi sociali. Siamo estremamente preoccupati e continuiamo a considerare questa scelta sbagliata un vero e proprio salto nel buio”.

Il documento ha chiesto alla Giunta sei impegni concreti:
Approvare entro settembre il Piano triennale dei fabbisogni di personale (PIAO), includendo le figure necessarie a gestire i servizi sociali in modo efficace e integrato.
Inserire nel Documento Unico di Programmazione (DUP) il progetto completo della nuova direzione, con organigramma, tempistiche, profili professionali e coperture economiche.
Allineare tutti i principali strumenti di programmazione (PIAO, DUP, PIS/PIZ), per non perdere i finanziamenti regionali vincolati all’integrazione sociosanitaria.
Coinvolgere attivamente sindacati, AUSL, terzo settore e stakeholder tecnici nella progettazione e approvazione dei piani.
Fornire aggiornamenti trimestrali a Commissione e Consiglio Comunale sull’avanzamento del nuovo assetto organizzativo.
Approvare entro ottobre la delibera esecutiva per avviare concretamente la nuova Direzione, con le assunzioni e le risorse necessarie.
“La Giunta ha revocato inspiegabilmente la procedura di mobilità per un funzionario essenziale alla nuova Direzione, e ad oggi il personale disponibile è largamente insufficiente rispetto agli standard minimi previsti. Il rischio è che la transizione verso la gestione monocomunale si trasformi in un fallimento organizzativo e in un danno per i cittadini più fragili. È assurdo – concludono i consiglieri – che la destra in Consiglio abbia deciso di non considerare questo problema serissimo, bocciando in modo ideologico il nostro ordine del giorno. Continueremo a monitorare e denunciare ogni ritardo o scelta che comprometta l’efficacia e l’universalità dei servizi sociali a Pisa”.