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Pisa, arresto per “Codice rosso”: le parole del sindaco Conti e del vicesindaco Bonsangue

Sulla vicenda del primo arresto per “Codice rosso” avvenuto a Pisa, i commenti del Sindaco di Pisa, Michele Conti, e del vicesindaco con delega alle pari opportunità, Raffaella Bonsangue.

«Di recente questa Amministrazione Comunale – dice il sindaco di Pisa Michele Conti –  ha chiuso un campo nomadi perché siamo consapevoli che è in certi ambienti chiusi che si alimentano pratiche e usanze non più accettabili nella nostra epoca ai danni di giovani donne che devono essere libere di scegliere il proprio destino. Chiunque vive nel territorio italiano deve avere piena consapevolezza di essere soggetto e tutelato dalle leggi dello Stato e di non subire usanze e riti che vengono da culture ormai superate e che non tengono in conto il ruolo dell’individuo, in particolare della donna. Ci batteremo per sradicare queste usanze, come la “induzione al matrimonio”, che oggi sono a tutti gli effetti riconosciute reati dalla legge; ringrazio la Procura della Repubblica di Pisa e la Squadra Mobile della Questura di Pisa per la brillante operazione portata a termine».

«Quello del primo arresto in ottemperanza del cosiddetto “Codice Rosso” avvenuto a Pisa – commenta la vicesindaco Raffaella Bonsangue – è un primato italiano che non ci conforta e conferma casomai la necessità di questa nuova legge, nata proprio per il contrasto delle violenze domestiche ai danni soprattutto di donne, con l’introduzione della nuova figura di reato della “induzione al matrimonio” che ha consentito alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura di portare a termine questa operazione grazie alla coraggiosa denuncia delle due giovani donne. C’è ancora tanto lavoro da fare, soprattutto sul piano culturale, per impedire odiosi soprusi, in questo caso ai danni addirittura di due figlie colpevoli soltanto di volere decidere la propria vita da sole, senza imposizioni patriarcali peraltro non dettate da chissà quali nobili principi bensì dalla “vendita” delle stesse a due pretendenti sposi».