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Screening oncologici al tempo del Covid: si possono continuare a fare in tutta sicurezza

Anche in tempo di Covid continua l’attività di screening oncologico negli ambulatori della Azienda USL Toscana nord ovest. La lotta al carcinoma mammario, al tumore del collo dell’utero e al tumore dell’intestino si fa, infatti, soprattutto grazie alla prevenzione e alla diagnosi precoce, per cui è fondamentale aderire alle campagne di screening che l’AUSL continua a condurre, in piena sicurezza, tra la popolazione che per età è più esposta a questo tipo di patologie.  

“Vogliamo evitare che le persone rinuncino alle visite di screening per timore di tornare negli ospedali e negli ambulatori – spiega Alessandro Cosimi, direttore facente funzioni dell’Unità operativa complessa Screening – perché ciò significherebbe avere meno diagnosi precoci e quindi meno possibilità di intervenire per tempo nelle cure. L’identificazione precoce delle lesioni pre-cancerose con gli screening è una delle armi più potenti che abbiamo per ridurre la mortalità dei tumori al seno, all’utero e all’intestino. Come AUSL inviamo alle persone da sottoporre a screening un invito con un appuntamento fissato presso le nostre strutture. Poiché in queste settimane gli ospedali sono impegnati contro il Covid, abbiamo dovuto rimodulare i tempi delle prestazioni, i tempi tra una visita e l’altra sono più lunghi e di conseguenza si allungano quelli della programmazione. Ma gli screening continuano e durante la prima ondata lo screening di secondo livello, cioè gli approfondimenti, non si sono mai fermati. Ad ogni paziente sono garantiti percorsi ‘puliti’ e visite di controllo in piena sicurezza”. 

La AUSL ricorda poi che per quanto riguarda lo screening mammografico la Regione Toscana ha allargato la platea delle pazienti anche alle donne dai 70 ai 74 anni (che hanno risposto almeno una volta all’invito antecedente ai 70 anni) e a quelle dai 45 ai 49 anni (con mammografia annuale). Queste ultime possono essere inserite nello screening purché si presentino all’ufficio CUP con la richiesta del medico curante con il quesito “prevenzione”. Gli operatori del CUP trasmetteranno all’epidemiologia l’impegnativa e la paziente sarà inserita nei programmi di screening. 

“I dati della nostra attività parlano chiaro – aggiunge Cosimi- nel 2019 abbiamo inviato 179.416 inviti per lo screening del colon rettale, 89.429 inviti per lo screening mammografico e 86.675 inviti screening per la cervice uterina. Nel totale degli utenti che hanno aderito agli esami di primo livello abbiamo potuto identificare per lo screening colonrettale 284 tumori, per lo screening mammografico 261 tumori, per lo screening della cervice 11 tumori. E’ inoltre importante sottolineare che, prendendo ad esempio l’esperienza dello screening del colon, abbiamo identificato varie forme di adenomi che hanno consentito una prevenzione di patologie neoplastiche ben più serie”. 

“Se per un ingiustificato timore del Covid le persone non rispondono ai nostri inviti alle visite di controllo perderemmo la possibilità di intercettare per tempo queste malattie – conclude Cosimi- ecco perché tutti i nostri sforzi sono orientati a fronteggiare la pandemia mantenendo anche gli altri servizi sanitari. E’ questa la sfida della seconda ondata e per la quale anche chi lavora nello screening oncologico si sta impegnando al massimo”.