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Confcommercio Pisa, ordinanza del 2 aprile: “fulmine a ciel sereno, nessun rispetto per gli imprenditori”

“In regione Toscana non hanno la minima idea di quello che è il lavoro degli imprenditori, e dimostrano per l’ennesima volta che non hanno le competenze per deliberare in materia, perché parlano qualcosa che non conoscono, non capiscono, evidentemente non gli interessa e che sicuramente non rispettano”. E’ severissimo il giudizio della presidente di Confcommercio Provincia di Pisa Federica Grassini, alla luce dell’ultimo provvedimento della Regione Toscana che con l’ordinanza n.42 del 2 aprile 2021, ordina la chiusura per domenica 4 aprile e lunedì 5 aprile, di tutti gli esercizi commerciali al dettaglio, dai supermercati ai negozi di alimentari, dai fiorai alle gastronomie, compreso tabaccai e con la sola esclusione delle rivendite di giornali, farmacie e parafarmacie. “Con questa decisione, in pratica si rende difficilissimo il lavoro a tutte le attività di commercio al dettaglio coinvolte nella chiusura, considerando che molte di loro avevano le ordinazioni pronte, e che senza nessun tipo di preavviso, a poche ore dalla Pasqua, saranno costrette ad organizzare un immediato servizio di delivery. Servizio che richiede programmazione e organizzazione, e che non si può improvvisare all’ultimo minuto, tanto più in prossimità di una festa come la Pasqua”.

Lo definisce un fulmine al ciel sereno – il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli: “negozi di alimentari e supermercati, macellerie, gastronomie e rosticcerie, coi ristoranti impossibilitati a lavorare normalmente, sono sotto pressione per le vendite alle famiglie, apprendono ora che non potranno lavorare né a Pasqua né a Pasquetta. Se non vogliono perdere le prenotazioni ricevute, debbono mettere in piedi, in pochissime ore, un servizio di consegne a domicilio dei clienti. Inoltre, le scorte di prodotti preparati per la Pasqua non si sa che fine faranno, a ulteriore beffa di un danno già ingentissimo. E’ a tutti evidente che si tratta di una cosa inaudita, una assoluta mancanza di rispetto nei confronti degli imprenditori che stanno vivendo da un anno l’incubo della pandemia e delle restrizioni, e dei loro stessi clienti”.

Non sono toccati direttamente dal provvedimento in questione, ma sarà una Pasqua lacrime e sangue anche per ristoranti e pubblici esercizi. Come testimonia Daniela Petraglia, presidente di ConfRistoranti ConfcommercioPisa: “Alle 22.000 imprese già scomparse, ai 243.000 posti di lavoro persi, sono destinati a sommarsi i danni prodotti dall’ennesima festività, quella pasquale. Secondo le stime del nostro centro studi Fipe la zona rossa a Pasqua provocherà un danno al settore da 350 milioni di euro, mentre lo stop di Pasquetta causerà un ulteriore danno da 230 milioni. Nel 2020 il settore ha perso 34 miliardi di euro di fatturato e la cosa peggiore è che non riusciamo a vedere la fine del tunnel”.