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Barbaricina: cerimonia in ricordo dei caduti pisani nella Grande Guerra

Bonsangue: «Doveroso omaggio a chi donò la propria vita per la Patria». Nell’ambito delle commemorazioni del centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto, questa mattina si è svolta la cerimonia per i Caduti Pisani nella Grande Guerra presso il monumento di Barbaricina e San Rossore. L’associazione nazionale marinai d’Italia (ANMI) gruppo di Pisa e l’Unione nazionale mutilati per servizio (UNMS) sono state incaricate di organizzare e condurre la celebrazione con la deposizione di una corona d’alloro e gli onori ai Caduti. La cerimonia ha visto la partecipazione di autorità civili e militari e di numerose associazioni combattentistiche e d’Arma aderenti al Comitato spontaneo caduti pisani nella Grande Guerra e non.

La commemorazione si è aperta con la lettura della preghiera per i caduti e le vittime della guerra e della preghiera del marinaio. Il parroco di Barbaricina ha proceduto alla benedizione della corona che è stata deposta ai piedi del monumento. Sono seguiti gli “otto fischi alla banda” eseguiti dal nostromo dell’Anmi ed il “silenzio fuori ordinanza” intonato dal trombettiere del C.A.PAR. Le autorità e gli ospiti presenti hanno poi preso la parola per i saluti e gli interventi.

«Siamo qui – ha detto il vicesindaco Raffaella Bonsangue – per ricordare i caduti della Grande Guerra. Il 2021 ricorre il centenario della traslazione del Milite Ignoto nel Sacello dell’Altare della Patria. Nel corso degli anni quel soldato voluto come “di nessuno” è divenuto “di tutti”, quale simbolo del sacrificio e del valore dei combattenti della Prima Guerra Mondiale e, successivamente, di tutti i caduti per la Patria, assurgendo la sua tomba a sacello simbolico di quanti hanno donato generosamente la propria vita per l’Italia. Oggi più che mai appare necessario richiamarsi ai simboli ed ai valori della nostra storia, per risollevarsi e rinascere, accompagnati dal garrire al vento del tricolore. Il nostro è un doveroso omaggio a tante storie dei ragazzi del ‘99, fatte di sacrificio e coraggio che, figli strappati dalle loro famiglie, indossando la divisa, “abili e arruolati” di gran corsa, donarono la propria vita alla Patria, per i nobili ideali della libertà. La storia e la tradizione di Pisa – ha proseguito Bonsangue – non sono legate solo al suo rapporto con il fiume Arno, ma anche a quello con il mare. La nostra città, nel 2023, ospiterà il XXI° Raduno nazionale dei marinai d’Italia, celebrazione che porterà a Pisa tantissimi marinai e amanti del mare e sarà anche l’occasione per onorare tutti i marinai italiani caduti durante i conflitti».

«Oggi – ha detto il presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Gennai – per la nostra città è una giornata importante. Siamo davanti ad un monumento che evoca vicende terribili di guerra e di morte. Avvenimenti nei confronti dei quali, come italiani, sentiamo profondamente il dovere della memoria e della gratitudine nei confronti di quanti caddero onorando il tricolore. Un dovere che abbiamo soprattutto verso le generazioni che non hanno conosciuto la guerra e che hanno vissuto in una Europa via via unitasi nella pace e nella democrazia. Oggi viviamo in un grande comunità di valori, tra i quali, in primo luogo, ricordo quello di una cultura della solidarietà e della pace basata sulla ricerca paziente di soluzioni negoziate per le controversie internazionali. Un patrimonio che, anche in questi mesi così difficili segnati dalla pandemia, abbiamo sentito vicino come un alleato fraterno su cui contare. Se oggi possiamo guardare al futuro con rinnovata serenità molto lo dobbiamo alle sofferenze e ai sacrifici delle generazioni che ci hanno preceduto. Viva l’Italia!»

Il primo a parlare era stato il prof. Federico Ciavattone, presidente del Comitato spontaneo caduti pisani della Grande Guerra che aveva ricordato come questa cerimonia sia l’ultima prima della pausa estiva ed sottolineando come «in una società civile sia fondamentale il culto della memoria dei propri caduti. Con queste cerimonie Pisa si riappropria di pagine della propria storia recente e riprende possesso di questi monumenti sulle cui facciate sono stati scolpiti i nomi dei pisani caduti per la Patria. Nomi che ai più, oggi, risultano essere anonimi e sconosciuti ma che con queste iniziative vogliamo far riscoprire a tutti i pisani. Ogni singola storia, ogni singola vicenda di coloro che parteciparono alla Prima Guerra Mondiale e sacrificarono la propria vita, infatti, deve essere un patrimonio condiviso da tutti i nostri concittadini».

Successivamente aveva preso parola il presidente dell’associazione nazionale marinai d’Italia gruppo di Pisa, contrammiraglio (ris.) Giorgio Galigani. Nel suo intervento, Galigani ha ricordato il contributo sul mare e dal mare che la Marina fornì nel Primo Conflitto Mondiale, riferendosi in particolare all’eroica e audace azione di Premuda. «Il 10 giugno 1918, i MAS 15 e 21 al comando del comandante Luigi Rizzo e il guardiamarina Giuseppe Aonzo (M.O.V.M.) attaccarono con successo una preponderante forza navale austroungarica causando l’affondamento della corazzata Santo Stefano e il danneggiamento della corazzata Tegetthof. L’azione faceva parte della innovativa strategia navale messa in campo dalla Marina per il bacino del Mare Adriatico, strategia che di fatto contribuì alla accelerazione del conflitto e alla vittoria finale».

Una menzione particolare è stata fatta per i bambini della scuola elementare Enrico Toti posta nel quartiere di Barbaricina che nel passato svolsero ricerche sulle origini della stele, inaugurata nel 1928 e il cui scoprimento fu fatto da una madre che aveva perduto cinque figli. Bambini che più di recente si sono fatti promotori di iniziative volte a dare visibilità e decoro al monumento. Terminando il suo intervento ha sottolineato l’importanza di tramandare alle nuove generazioni i valori racchiusi nei simboli della nostra identità e unità: l’inno e la bandiera nazionale. Un Paese senza valori e senza memoria è un Paese che non ha futuro. Viva l’Italia»