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Militarizzazione di Coltano e della città, per Potere al Popolo il secondo decreto ministeriale apre una nuova fase di lotta, a partire dalla manifestazione del 2 giugno

Il nuovo decreto del Ministro della Difesa Guerini sulla base dei GIS a Coltano supera di fatto il precedente DPCM n°69 del 23-03-2022, aprendo un nuovo capitolo della lotta antimilitarista sui nostri territori.

La prima cosa da dire è che la lotta ha pagato! Le realtà che si sono mobilitate in questi mesi contro il tentativo di scempio di Coltano hanno ottenuto un importante risultato politico, costringendo governo e forze politiche a modificare il proprio atteggiamento, che mantiene comunque aperta la strada della militarizzazione di edifici abbandonati del borgo.

Dopo un silenzio durato più di un anno su un progetto che tutte le istituzioni conoscevano, e quindi i partiti al governo della regione Toscana (PD e liste civetta) e del Comune di Pisa (Lega e fascisti vari), abbiamo assistito in queste settimane alle contorsioni elettoralistiche di chi punta a mantenere o a prendere in mano il Comune di Pisa. Le ultime dichiarazioni del “Cantiere Aperto delle forze progressiste e del centrosinistra” sono la più chiara rappresentazione di questo approccio elettoralistico e strumentale alla vicenda.

La parola d’ordine di oggi e’ “Salvare Coltano” per indorare la pillola di una ulteriore militarizzazione dei nostri territori, con le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) che dovrebbero servire per “realizzate politiche per lo sviluppo economico, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell’articolo 119, comma 5, della Costituzione italiana”.

Destra e falsa “sinistra” sono accomunate dalla volontà di “ospitare” la base in altre zone della città, per questo tacciono sull’uso di risorse pubbliche dedicate al sociale, mentre i settori popolari stanno subendo una ennesima mazzata a causa delle politiche guerrafondaie del governo Draghi nello scenario ucraino.

Casa, lavoro, pensioni, sanità pubblica, diritto allo studio, servizi sociali vengono tagliati drasticamente per spostare risorse a favore dei militari e della guerra.

L’idea di città che emerge dalle dichiarazioni del “cantiere del centrosinistra” e dalle politiche della giunta fascio leghista e’ chiara. Dopo aver sostenuto attivamente lo sviluppo della base USA di camp Darby, la nascita del più grande hub aeroportuale militare nazionale e di tutti gli insediamenti bellici che hanno trasformato Pisa in un grande polo di guerra, oggi i politici locali si preparano a gestire un ulteriore passaggio di questa militarizzazione, coadiuvati dalla baronia universitaria, compromessa economicamente e scientificamente con l’industria delle armi.

Armi e turismo d’élite, città vetrina e centri d’eccellenza al servizio della guerra, mentre le periferie e i ceti sociali più deboli vengono abbandonati a sé stessi. Questa è l’idea di città che ci propongono vecchi e nuovi amministratori locali.

Nelle prossime settimane e mesi dovremo adeguare la nostra azione politica, mantenendo ben salda la parola d’ordine “Nessuna base, né a Coltano né altrove!”, per un progetto di città pubblica libera dalle politiche di morte e aperta al protagonismo dei settori popolari.

Su questi obiettivi parteciperemo alla manifestazione del 2 giugno e a tutte le future tappe di mobilitazione.