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Covid-19 e scuola: due studenti su cinque del Comprensorio del Cuoio ammettono di aver avuto ripercussioni negative sulla loro personalità

Due studenti su cinque residenti nel Comprensorio del Cuoio in età adolescenziale reputano che la pandemia Covid-19 abbia inciso negativamente sulla propria personalità e sull’equilibrio psicofisico. Il dato emerge da una ricerca a campione che l’agenzia formativa Forium di Santa Croce sull’Arno (Pisa)ha compiuto nei comuni del Valdarno Inferiore pisano con il sostegno economico del programma Erasmus+ dell’Unione Europea, nell’ambito del progetto continentale “Well Be” (codice 2020-1-UK01-KA201-079148), a cui partecipa come unico partner italiano. Forium ha raccolto in questi giorni i dati che ha elaborato al termine di un anno di lavoro, propedeutico nell’ambito di “Well Be” a stilare, da un lato, un manuale affinché si possa avere nelle scuole secondarie strumenti appropriati, affidabili ed efficaci per la misurazione dell’impatto dello stress da crisi sullo stato mentale attuale degli studenti, dall’altro una guida destinata ai docenti per lavorare con gli allievi degli istituti superiori direttamente coinvolti dalla crisi COVID-19, grazie alla messa online di un archivio di documenti atto al supporto del benessere psicologico dei giovani e per mantenere un clima positivo in classe.

Venendo ai dati, la ricerca messa in atto nel Comprensorio del Cuoio mostra come il 41,5% degli studenti abbia definito l’impatto del contesto pandemico da negativo a molto negativo; dall’altra parte, però, il 50,34% degli alunni considera veramente buona o eccellente la propria salute. Le percentuali si basano su un campione casuale di 272 persone che vivono sul territorio: in particolare, con obiettivi diversi, sono stati coinvolti 147 studenti (età 14-19 anni), 55 genitori e 70 insegnanti, i quali hanno compilato dei questionari online nel periodo tra maggio e giugno dello scorso anno. Si tratta di un campione prevalentemente femminile: 66% tra gli alunni, l’84,3% tra i docenti (in un range tra i 26 e i 63 anni) e il 69,1% tra i genitori (età 39-65 anni).

I ricercatori si sono concentrati su alcuni fattori (markers) in particolare, a partire dagli studenti: impatto medio della pandemia sulla famiglia, impatto sulla condizione fisica e impatto su quella mentale; poi hanno chiesto ai soggetti coinvolti di valutare il livello dello stress subito e se dovuto alle restrizioni o al cambiamento dello stile di vita (pressioni esterne e relazioni con gli adulti). Agli studenti è stato anche domandato quali strategie abbiano messo in campo e se di tipo attivo (coltivare gli hobby, ad esempio) o passivo (guardare le serie on demand, chattare con amici). Oppure se abbiano messo in campo le proprie risorse personali, organizzando la propria vita in maniera differente, con positività e flessibilità; o se abbiano anche chiesto aiuto esterno, che sia ai genitori o a professionisti.

«Il quadro emergente lo definirei in chiaroscuro – commenta la presidente di Forium Francesca Ciampalini, che segue in prima persona il progetto coadiuvata da Tiziana Reali e Lucia Guariniperché ovviamente il Covid ha avuto un impatto innegabile su tutti, quindi anche su chi frequenta la scuola, ci lavora o ha i propri figli al suo interno. Alcune categorie hanno accusato di più il colpo, altre hanno trovato risorse inattese addirittura per migliorare il proprio rendimento scolastico e per incrementare il proprio benessere psicofisico».

Nelle conclusioni, la ricerca mostra come gli studenti di 14-15 anni abbiano valutato il proprio benessere psicofisico in maniera migliore dei colleghi di 18-19 anni. Sia per studenti che genitori, coltivare hobbies e interessi, applicare positività e flessibilità, vengono vissuti tutti come valori connessi al benessere: discorso diverso per il rivolgersi a aiuti esterni, una pratica che viene correlata negativamente al benessere di cui prima. Inoltre, nella ricerca emerge come la pandemia abbia avuto un impatto maggiore sulla componente fisica rispetto a quella mentale.

«Gli studenti – sottolinea ancora Ciampalini – hanno sottolineato che la pandemia è stata ovviamente negativa, ma lo stare con la famiglia e l’avere tempo libero li ha aiutati. In tutto ciò, il contesto fa la differenza: solo se questi giovani hanno adeguate capacità sociali, possono esprimere loro stessi, aiutare e aiutarsi, risolvere problemi, dare opinioni. Durante la pandemia, tanti adolescenti del nostro territorio hanno impiegato strategie come chattare con gli amici, navigare su internet oppure sui social, guardare le serie o i film sui siti specializzati. Un modo veloce per “dribblare” lo stress, anche se non in maniera permanente. Per genitori e docenti i risultati sono diversi: loro valutano in maniera più negativa l’impatto della pandemia, specie nei cambiamenti emotivi, comportamentali e cognitivi legati allo stress e alle restrizioni. Le conseguenze peggiori della didattica a distanza, invece, sono l’isolamento e la monotonia».

Adesso Forium trasformerà questi dati raccolti in azioni per realizzare i due output di progetto precedentemente descritti. Lo stesso lavoro è stato condotto anche in altri Paesi europei dai partner di “Well Be”: The Mighty Creatives a Leicester (Gran Bretagna), la National Management School a Sofia (Bulgaria) e M&M Profuture Training S.L. a Barcellona (Spagna). Tutti insieme si ritroveranno a settembre a Santa Croce sull’Arno per un meeting operativo in vista della chiusura del progetto prevista per ottobre di quest’anno.

LO SCENARIO EUROPEO

L’analisi comparativa, eseguita dai quattro partner del progetto Well Be, delle informazioni sull’evoluzione della crisi del Covid-19 nei Paesi partecipanti mostra un’elevata somiglianza nella dinamica della pandemia e nella natura delle misure antiepidemiche che sono state adottate. La differenza è che in Bulgaria i lockdown sono stati più brevi e meno diffusi rispetto a Regno Unito, Spagna e Italia, così come la bassa copertura vaccinale nella popolazione. Ovunque, dall’inizio della crisi, l’istruzione a distanza è stata introdotta per un gran numero di studenti per periodi di tempo variabili, costringendo i bambini all’isolamento. Gli esperti di salute avvertono che ciò si traduce in maggiori rischi per la loro salute mentale e lo sviluppo. In particolare, l’apprendimento a distanza influisce negativamente sui loro livelli di stress e stato emotivo, sulla qualità della loro istruzione e sulle loro capacità comunicative. Il superamento della crisi richiede una serie di misure che vanno oltre il ripristino dell’apprendimento faccia a faccia. La convinzione che ogni processo, per essere gestito, debba essere ben noto, modella la necessità di esplorare i diversi aspetti dei fenomeni in atto e le esperienze di accompagnamento di tutte le parti coinvolte.